La Bibbia vagabonda

Non so se qualcuno di voi si è interessato della sorte della mia preziosissima “Nardoni” del ’62, la Bibbia di cui mi ero messo in caccia l’altro ieri, sono comunque felice di annunciare che è tornata a casa. L’ho trovata stamattina in sacrestia ad aspettarmi che sorrideva sorniona (sì, una Bibbia rilegata in pelle può anche essere sorniona) e sembrava dirmi “perché mi cercavi? Non sai che devo occuparmi delle cose del Padre mio?”

Ora, io non appartengo alla categoria dei genitori ansiosi e possessivi e le mie Bibbie e in generale tutti i miei libri lo sanno e se ne approfittano in modo scandaloso, però devo confessare che un po’ di curiosità su cosa abbia fatto in questi due giorni, con chi si sia incontrata e dove sia andata ce l’ho.

Dato che sembrava particolarmente soddisfatta devo dedurne che ha fatto qualcosa di buono. Le Bibbie, si sa, diversamente dai bambini sono incapaci di malizia: una Bibbia non può mentire. Però può tacere e in genere lo fa se si sente messa alle strette, quindi non ho nessuna speranza di costringerla a confessare… mi tocca indovinare.

La Nardoni non è una Bibbia da combattimento, non è fatta per essere spacciata agli angoli delle strade come la TILC, che sembra una di quelle ragazze che al liceo fanno di tutto per sembrare più brutte per farsi accettare dalle amiche e neppure ha la pomposità solenne della versione della CEI, che ogni volta che ti parla sembra stia celebrando la Messa. La Nardoni è una Bibbia per poeti, non per studiosi come la Bibbia di Gerusalemme, che ha più note che anima, ma proprio poeti, gente che ama perdersi nelle parole una ad una e succhiarne il miele con la meticolosità dell’ape.

Ora, poiché i monaci certosini (o carciofini, come li chiamava una bimba del catechismo) nella mia parrocchia scarseggiano, devo presumere che la mia Bibbia abbia attirato l’attenzione di qualcuno che ha un animo monastico e non lo sa. Escludendo le Apostole della Vita Interiore, che non ce le vedo a entrare furtive in camera mia, magari di notte, per sedurre le mie Bibbie, non mi resta che pensare che la Nardoni stessa abbia preso l’iniziativa per vedere un po’ di mondo.

La cosa mi sorprende un po’, perché conosco la sua natura timida e contemplativa, ma in fondo è tipica dei poeti quest’ansia di vita e ritrosia mescolate che li portano un po’ a darsi e un po’ a ritirarsi, e certamente la Nardoni è la più poetica delle Bibbie. Così posso credere che abbia voluto visitare qualcuna delle persone che son passate dal mio ufficio negli ultimi giorni. Magari si è intenerita ascoltando i loro sfoghi ed ha pensato di andarli a consolare.

Mi piacerebbe che fosse andata a dire a quella coppia di sposi in crisi “Fate ciò che vi dirà, ma proprio tutto” (Gv. 2,5) perché la loro acqua si mutasse in vino, oppure da quella ragazza depressa che non viene in ufficio, ma mi legge in rete (ed in genere le scrivo dall’ufficio, con la Nardoni a fianco) a dirle “Cosa mai è l’uomo che di lui ti ricordi? (…) davvero ne hai fatto poco meno che un dio” (Sal. 8,5-6), o forse è andata da “Luna” a risvegliare in lei qualche barlume di interesse (no, lo escludo: a Luna servono gli sganassoni e la Nardoni non è tipa, mica come la King James, che te la immagini sempre in mano a un precettore inglese)…

Bene, cari amici, c’è una lezione in tutto questo, il sugo della storia è facile: lasciate libere le vostre Bibbie, fatele correre, perché la Bibbia, in qualsiasi traduzione, è nata per essere detta, neppure letta, ma proprio detta, comunque certamente non per prendere polvere sugli scaffali. Lasciate che si squaderni, che si squinterni, che si spetasci in ogni dove, perché è nata combattente e guerriera. Portatela alle riunioni di condominio, allo stadio, dalla manicure, al cinema, alle corse dei cani… ovunque! Perché la Bibbia, in qualsiasi edizione, vuole conoscere il mondo tanto quanto il mondo vuole conoscere lei (e non lo sa)….

….e ditemi, vi prego, dove è stata la mia Nardoni da Martedì sera a stamattina, che la curiosità mi consuma.

23 commenti

Archiviato in Bibbia, Umorismo

23 risposte a “La Bibbia vagabonda

  1. perfectioconversationis

    In effetti ero un po’ in ansia per la Nardoni… ma ora che è tornata ammazziamo il vitello grasso e non curiamoci di dove è stata! 🙂

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  2. perfectioconversationis

    Don Fabio, ho fatto il test sui padri della Chiesa, ecco il risultato:
    You’re St. Justin Martyr!

    You have a positive and hopeful attitude toward the world. You think that nature, history, and even the pagan philosophers were often guided by God in preparation for the Advent of the Christ. You find “seeds of the Word” in unexpected places. You’re patient and willing to explain the faith to unbelievers.

    Non male, anche se speravo anch’io in Melitone.

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  3. Viceversa io sono risultato essere Origene!

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  4. 61Angeloextralarge

    Ops! Duv’è che l’avet fat el test su i Pater dl’a Chiesa? 😉

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  5. 61Angeloextralarge

    Carinissimo sto post, don Fa’! Sta Bibbia che va a spasso, per portare frutto, mi piace. 😀

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  6. Per i non tecnici del settore, cioè presumo la maggioranza dei miei lettori, la Nardoni del ’62 è il santo graal dei biblisti italiani. Da non confondere con la Nardoni del ’65, che dopo il Concilio si propose di migliorare il lavoro precedente riuscendo a peggiorarlo in modo catastrofico.
    E’ ormai piuttosto rara, quindi se ne avvistate una, magari su qualche bancarella, non fatevela sfuggire, è un capolavoro vero, un equilibrio unico di scienza linguistica e poesia

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  7. Ho provato a dare risposte diverse a un paio di quesiti su cui ero incerta, ma continuo a essere san Melitone di Sardi.
    Non so dove sia andata la Nardoni del ’62, ma a questo punto mi viene voglia di averne una mia personale. Mi metterò alla cerca 🙂

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  8. Pingback: Lo gnomo della Bibbia | La fontana del villaggio

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