Un celebre aforisma del filosofo e poeta francese Gabriel Marcel recita: “amare qualcuno è dirgli: tu non morirai!”. Ieri sera ho ricordato queste parole nella mia preghiera ed ancora una volta le ho associate alla vicenda di Enrico e Chiara.
La morte è solitudine, sempre. Per questo chi ci ama ci strappa dalla morte, perché crea un legame che non può non percepirsi come eterno e quindi più forte della morte stessa. Ogni amore domanda l’eternità. Chi ama afferma la preziosità dell’altro, ne intuisce l’assoluto valore, irriducibile alla sola materia, e per questo non può rassegnarsi all’idea che l’altro scompaia, che non sia più. Come nel mito di Orfeo ed Euridice chi ama è disposto a scendere fino all’inferno pur di strapparne l’amato.
Deve essere per questo che in prossimità della morte, sia per un lutto che per un pericolo, a volte si reagisce con un esagerato desiderio sessuale, come se si avvertisse il bisogno di gridare di essere vivi, come se la reiterazione dei gesti dell’amore potesse davvero produrre quella sconfitta della morte che l’amore desidera.
Il matrimonio, ma anche per estensione ogni altro amore, è una lotta corpo a corpo contro la morte, per strappare ad ogni istante l’amato dall’oblio del nulla, per una celebrazione comune di una vita senza fine.
Per questo la consapevolezza di essere amati toglie la paura di morire. Chiara ha potuto affrontare la morte in quel modo innanzitutto perché era forte dell’amore di Enrico, in cui coglieva l’eco e il riflesso di quello di Dio.
Già, ma cosa accade quando l’amore umano si unisce a quello divino nella Grazia sacramentale, quando è reso veramente eterno e diventa espressione dell’unico amore che davvero ha vinto la morte? Quando l’amore è vissuto in Dio l’amato sa di essere amato per sempre, per questo non ha più alcun timore, sa che è iniziata una relazione che non può più essere spezzata.
C’è una condizione per questo: come Orfeo per condurre fuori dall’ade Euridice non può voltarsi a guardarla, così l’amore per poter strappare alla morte deve essere un amore del tutto privo di egoismo, senza alcuna volontà di possesso. Chiara ed Enrico sono stati capaci di questo amore eroico perché si sono amati in modo davvero casto, prima nel fidanzamento e poi nel matrimonio, dove la castità non si esprime più nell’astinenza, ma nella piena affermazione dell’altro.
Se ogni amore chiede l’eternità e lotta contro la morte, è l’amore casto quello che vince, perché solo quando lo sguardo dell’altro su di me è del tutto puro di egoismo diventa uno sguardo-che-dà-la-vita, altrimenti fintantoché l’amore è sottomesso al ricatto dell’egoismo e del possesso rischia di togliere con una mano ciò che dà con l’altra e di donare, insieme alla vita, la morte.
Pingback: Tu non morirai, un post che faccio mio… | Luca Zacchi, energie rinnovate e rinnovabili
Caro don Fabio,
sono un medico di Milano e anch’io sono rimasto molto colpito dalla vicenda di Chiara. Anche noi nel nostro piccolo abbiamo avuto una diagnosi di malattia del nostro ultimo figlio, per fortuna (o meglio per miracolo?) finita bene (se hai tempo è raccontata qui nel blog di mia moglie: http://www.mariaelenagonano.blogspot.it/2012/05/un-disegno-speciale.html ). Ma la cosa che più mi ha colpito è stata la forza e la serenità con cui Chiara ha visuto la sua terribile malattia, forza che può venire solo dalla fede. Penso anch’io come tanti che non può che essere segno luminoso di santità e sono sicuro che tra pochi anni Chiara sarà senz’altro proclamata beata.
Sto cercando il testo completo della lettera che Chiara ha lasciato a Francesco e che Enrico ha letto al funerale, per poterla meditare e proporre in parrocchia, e per ascoltare dopo tante parole dette su Chiara le “sue” vere parole. E’ possibile recuperarlo e proporlo per l’edificazione di tutti ?
Grazie e un caro saluto
Giovanni Citterio
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Non credo che esistano copie di quella lettera, che penso Enrico abbia giustamente conservato per sé, però forse puoi trovare la registrazione nel servizio di gloria.tv
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bellissimo…..
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Un post “ispirato”!
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la consapevolezza di essere amati toglie la paura di morire: grazie don Fabio!
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Reblogged this on La Bella Notizia.
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Don Fabio ancora una volta la tua profondità di giudizio (sull’amore, sulla vita…) mi sorprende ed il tempo si fa curiosa attesa…
Un forte abbraccio!
Mario G.
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caro Don Fabio ho trovato il tuo blog attraverso la Storia di CHIARa,ed ora e’ tra le pagine web dei miei preferiti, la storia di CHIARA mi ha colpito profondamente, ho saputo di Lei dopo la sua morte, anche io, come dal commento di Giovanni, penso che in lei ci sia odore di santita’, NON RIESCO A NON PENSARE A LEI , mi e’ entrata nell’anima …. la sua forza, il suo coraggio,soprattutto la sua fede… e non nascondo di sentirmi tanto fragile poiche’ io non avrei avuto il coraggio di affrontare solo una minima parte di cio’ che ha vissuto Chiara …quindi mi interrogo …..
tienici aggiornati su tutto cio’ che circonda CHIARA..
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Mi unisco a questa richiesta! 😉
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Grazie per questo spazio Don Fabio,
E’ bella questa comunione di cuori, toccati da una storia dove il Signore degli Eserciti si e’ manifestato in questi tempi, per nutrire una generazione lontana da tanti esempi come Gianna Beretta Molla; siamo tutti assetati, in giro per il web a cercare di piu’ per imparare, capire, imparare l’obbedienzam quella che da’ gioia; lode al Signore che ci ha donato i Sacerdoti, per codificare quello che avviene, per guidarci, e per aiutarci ad aprirci a Dio, totalmente. La gioia di Chiara ed Enrico e la loro totale apertura ai progett di Dio ci si stampi per sempre nel cuore e nella mente, non dimentichiamo, nella vita quotidiana, nelle contrarieta’, nelle delusioni, nella tristezza, che c’e’ una Gioia che ci aspetta, una specifica per ognuno di noi; che il Signore ci aiuti a non averne paura
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Bellissimo articolo! che dire….grazie!
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