Il senso dell’attesa

Domani, come faccio ormai da molti anni, farò una giornata di silenzio tecnologico, quindi non mi collegherò alla rete. E’ indispensabile ogni tanto riscoprire il valore del silenzio. Voglio però lasciarvi una nota che scrissi nel 2009 su FB per parlare del Sabato Santo:

Amo in modo particolare il silenzio di oggi. Amo vedere le Chiese spogliate di tutto. Amo il tacere dei canti e delle liturgie. Questo silenzio e questo vuoto mi sono sempre sembrati la parola più eloquente, essi non sono mero silenzio, mero vuoto, sono al contrario un’invocazione: Vieni Signore e fai nuova ogni cosa!
Per questo svuotiamo le chiese di tutto e nascondiamo ciò che non possiamo asportare. Perché l’evento straordinario della Risurrezione farà rinascere ogni cosa. Questo svuotamento dimostra che tutto nella Chiesa, financo il brutto e devozionale dipinto del sacro cuore, trae il suo senso dalla luce sfolgorante della Risurrezione, e così nulla può rimanere oggi, che Gesù è nel sepolcro, perché tutto possa essere nuovo domani, raggiunto dall’onda di vita che promana dal Signore.
Anche il mondo mi sembra in attesa, sarà una mia proiezione per carità, ma in questo giorno mi è sempre sembrato che tutto si sospendesse. Come ai tempi del funerale di Giovanni Paolo II, quando il mondo per un attimo si è fermato. L’anima stessa del mondo sembra essere morta e gli uomini esitanti si guardano muti chiedendosi cosa porterà il domani.
Come se il mondo fosse un immenso cimitero (nel senso etimologico: koymeterion – dormitorio) passeggio tra le lapidi in attesa che tutto si risvegli a vita nuova. Naturalmente anche in Abruzzo arriva questa mia attesa, la speranza che per quella povera gente l’alba di domani segni un nuovo inizio, illuminato dal Risorto.
E così è attesa per la Chiesa, intesa nel suo senso più alto, attesa di un Rinnovamento che arrivi fin nelle comunità più remote, che tocchi i cuori risvegliandoli alla gioia, che faccia risplendere negli occhi di ciascuno una gioia che è il fondamento ultimo della nostra speranza.
Sì, gioia è la grande parola pasquale troppo taciuta. Gioia che attendo, gioia che trasforma e rinnova, gioia che evangelizza e cambia il mondo. Chi può sentirsi minacciato dalla gioia? Chi potrebbe trovarla offensiva o sentirla nemica? Chi potrebbe deliberatamente opporsi ad essa? Se il nostro Vangelo oggi sembra inefficace, se tanti sembrano opporsi ad esso è forse perché troppo poca è la gioia che comunichiamo.
Allora Signore guarda la Chiesa che attende, guarda il mondo che geme ed effondi la Tua gioia su tutti e su ciascuno in questa notte. Sia Pasqua per la tua Chiesa, sia Pasqua per tutti noi.

4 commenti

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4 risposte a “Il senso dell’attesa

  1. Seguire Gesù nel sepolcro,seppellire il nostro io carnale,la nostra voglia di apparire e trasformare la nostra vita in spiritualità.Questo è quello che significa ” convertirsi “.
    La conversione è fatta di piccoli passi,ma anche di grandi rinunce.
    non si cammina se si resta attaccati alla terra, se non ci si stacca dai nostri vizi,se non si praticano le vie delle virtù.

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  2. Emanuela Tucci

    Mi piace questa pagina , certo anche il silenzio ha un gran valore ed io stessa faccio fatica ad attraversarlo eccetto che quando si tratta dell’assenza di parole , fa bene ogni tanto ritornare al cuore e , si anch’io chiedo un po’ di gioia in questi giorni!Buona Pasqua di gioia a te!

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  3. 61angeloextralarge

    Grazie Don Fabio! Capiti a fagiolo… mai come in questo periodo il silenzio è la cosa che sto desiderando di più, non solo dai rumori.
    Auguri a te, a tutti. Gesù irrompa con la sua forza nella nostra vita e ci faccia partecipi della sua luce. 😀

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  4. lucazacchi

    Bellissima la tua riflessione sul Sabato Santo. La condivido nelle mie viscere…

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