Tanto peggio per la realtà

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Si narra che Guglielmo Federico Hegel a chi gli faceva notare che la sua teoria era contraddetta dalla realtà rispondesse sprezzante: “tanto peggio per la realtà!” Non so quanto questo aneddoto sia fondato, ma mi sembra descrivere perfettamente lo stato attuale della cultura, che è come dire il modo di pensare della gente.

Lo spunto me lo dà un articolo molto divertente che ho trovato in rete: Spedizione scientifica inviata al Polo a studiare il riscaldamento globale… costretta a tornare indietro dal troppo ghiaccio.

Anche la mia amica Giuliana, che di recente ha avuto un bimbo, mi faceva notare come la prima domanda che tutti fanno è: “maschio o femmina?”. A nessuno, proprio a nessuno, verrebbe mai in mente che il bimbo possa essere una terza cosa.

Che bella cosa che è la realtà! E’ la nostra prima obbedienza, prima che al capoufficio, prima che al superiore, prima che al Papa, prima che alla fede, prima che alla coscienza… oso dire prima che a Dio!

Ed è un paradosso ovviamente, perché Dio è la realtà, e dunque non può mai esservi contraddizione. Ma è un paradosso significativo, perché una fede che non partisse dalla realtà, che non la accogliesse in sé e non la spiegasse sarebbe appunto mera ideologia, non diversa da quella di chi pretende di cambiare la realtà semplicemente rinominandola, come se chiamare un aborto interruzione di gravidanza lo rendesse meno drammatico, come se chiamare un handicappato diversamente abile lo rendesse meno diverso, come se il termine omogenitorialità potesse nascondere il fatto che gli omosessuali in quanto tali non possono generare.

La realtà ha questo di bello: che resiste ai nostri tentativi di cambiarla e non si sottomette alla nostra volontà. Ricordate il patetico capitalista fondatore del Jurassic Park di Michael Crichton? Nel romanzo finisce divorato da un dinosauro ancora convinto di aver creato solo un parco giochi per bambini (se non avete ancora letto Jurassic Park fatelo, il film non è un granché, ma il romanzo è un potente affresco dello scontro tra realtà e ideologia) rivedo in quella immagine tanti nostri politicanti e giornalisti, intenti a gingillarsi con le parole, mentre danziamo sull’orlo dell’abisso.

Se non altro per questo, perché Dio si è fatto carne, noi non possiamo non amare la carne, la realtà, il corpo. Come dice il mio amatissimo San Bernardo: “Senza il corpo lo spirito umano non può in alcun modo progredire né essere di aiuto agli altri” e il corpo in questo caso dice la Realtà, il nostro rapporto con il mondo.

La pretesa di creare un uomo senza carne, di cui parlavo nel mio post precedente, va nello stessa direzione di pretendere di fare a meno della durezza della realtà, di trasformarla in qualcosa di molle, plasmabile a nostro piacimento.

Mi viene in mente il duro risveglio di Arthur Rimbaud nella “Stagione all’inferno”: “Io, io che mi ero creduto mago od angelo, profeta od indovino, eccomi riportato sulla dura terra, con la realtà rugosa da stringere ed un dovere da cercare”.

Quando questa sbornia idealista sarà finita (e finirà presto, tanto è folle e disumana) resterà sul campo solo il Dio fatto uomo ed a noi toccherà contare i caduti, medicare i feriti e con pazienza ricominciare dalla realtà. Son duemila anni che non facciamo altro.

25 commenti

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25 risposte a “Tanto peggio per la realtà

  1. Pingback: Tanto peggio per la realtà

  2. 61Angeloextralarge

    “Son duemila anni che non facciamo altro”: ottima ciliegina, dolce perché è lo Spirito Santo la mano del fare, su un’amara torta.
    Analisi triste ma purtroppo per noi, vera. Quante cose ci allontanano dalla realtà? Personalmente, oggi, ringrazio il Signore per ogni tonfo dalle mie pie illusioni, anche se al momento più che ringraziarlo ho brontolato: “Anche questa, Signore?”.

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  3. SonjaB.

    Ottimo articolo, spedito, esatto, senza retorica, insomma asciutto e vero.Grazie!

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  4. Ivana Marzocchi

    E’ dura da guardare la realtà, perché non ti consente di giocare con le tue ideologie, di far credere quello che a te fa comodo, di ricorrere alla menzogna per far passare per vero quello che non lo è e di far passare per bene quello che è male. Meglio allora usare una demoniaca malizia e mala fede, per far sì che un dinosauro venga visto come un innocuo cagnolino.

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  5. lightswarrior

    L’ha ribloggato su Il Guerriero della Luce.

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  6. Salve, ho letto questo tuo post e quello precedente ma mi trovano in contrasto. La tua riflessione è bella ma secondo me oggi nel mondo c’è proprio troppa carne! Si da tanto importanza all’involucro (la carne) e poco al contenuto (lo Spirito). Forse ho capito male il discorso di fondo. Qui il mio posto proprio di oggi su argomento similare: http://inviaggioversolaltro.wordpress.com/2013/09/15/in-carne-e-in-spirito/

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    • Eh, non sei il solo ad aver equivocato a quanto pare! Mi sa che devo evitare di scrivere in modo troppo aggressivo, sennò poi devo perdere ore in puntualizzazioni.
      Troppa carne? No direi di no, ma carne slegata dallo spirito, carne assolutizzata, che non è poi più carne umana. Chi ama la carne davvero sa che la carne aspira a un di più, la carne chiede Dio, desidera Dio.
      Lo sa il libertino che pretende di raggiungere il divino nella folle moltiplicazione degli oggetti del piacere e lo sa il mistico che proprio attraverso la sua carne vuole raggiungere Dio.
      Nessuno come i grandi mistici (Evagrio Pontico, San Bernardo, Dionigi Aeropagita e tanti altri) ha parlato in modo entusiasta ed innamorato della carne, proprio perché sono andati al di là dell’apparenza e ne hanno colto il significato vero

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      • Quindi pensi anche tu che la carne debba guardare le stelle e non cercare la verità tra le ghiande? Mi spiego… Se la carne rimane terrena , infangata non può … Volare! Se invece si libera del fango, dell’odore del sangue e tende a Dio…. Allora … Si all’ore sono d’accordo.

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    • il punto è che carne e spirito non stanno in un rapporto estrinseco, come contenitore e contenuto, ma sono in effetti una medesima cosa, la persona umana, colta da due prosperttive diverse.
      Non c’è nulla che tu possa fare solo con la tua carne, come non c’è nulla che tu possa fare solo con lo spirito e i peccati peggiori non sono certo quelli tipici della carne, ma quelli dello spirito (arroganza, orgoglio etc.) al cui confronto quelli della carne sembrano al più ragazzate o capricci infantili

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      • Parlo da ignorante : arroganza e orgoglio li consideravo sempre legati alla carne. Sbaglio? Orgoglio per cosa? Per un lavoro dato a un collega invece che a me? Per aver perso una partita? Ecc… Tutte cose, tutte cose che partono dal fango. Arroganza. Sono arrogante perche mi sento superiore, in intelletto, conoscenze… Sempre cose, sempre pezzi di uomo. Ripeto… Sono molto ignorante sulla materia.

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        • Arroganza e orgoglio sono i peccati del diavolo, che certo carne non ne ha…
          E detto tra parentesi questo è il nostro grande vantaggio su di lui, che invece Dio la carne ce l’ha, dato che non risulta che dopo la Risurrezione abbia lasciato il corpo quaggiù

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        • Resta il fatto Michele che Dio ci ha dato una “carne” come unico mezzo per dare reale conversione al nostro Spirito…
          Come potrò dire io che Dio (non io) ha convertito il mio cuore alla castità se il mio corpo non la pratica?
          Come potrò dire che Dio (non io) mi ha dato amore per il prossimo se ogni mio gesto (anche piccolo, anche senza partire missionario) contraddice il mio dire?

          Vero è che il moto mio primo nasce dalla Grazia e dal desiderio che Dio mi infonde (torno all’esempio primo) di essere casto, ma se il mio corpo non si “esercita” e anche non si “mortifica” (termine che a molti non piace…) nell’esercizio della castità, il combattimento – perché di questo si tratta – non sarà mai vinto, non raggiungerò il “dominio di sé” e finirò magari anche per essere di scandalo, predicando bene e razzolando male.

          L’orgoglio è principalmente moto dello Spirito (prima ancora che peccato), bene mi umilierò nei fatti, non solo dicendomi “sono proprio un orgoglioso…”, prendendo sempre l’ultimo posto, non ribellandomi se qualcuno mi contraddice o mi umilia (mi sta facendo un servizio…) ecc, ecc. E come lo faccio se non con il Corpo?

          Non a caso Cristo ha “preso Corpo”… non a caso è il Suo Sacratissimo Corpo che ci dà in cibo e bevanda di Salvezza.

          Insomma, io non vedo distinzioni – ovviamente ci sono analizzando l’una componente o l’altra – ma un “insieme armonico”… credo la Santità sia (anche) questo. Un insieme armonico dove l’armonia tra Corpo e Spirito è mantenuta, confermata, esaltata, dall’armonia con Dio (e torna una forma trinitaria)

          Il Peccato è esattamente l’opposto e Satana opera SEMPRE perché questa armonia sia spezzata.

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          • Però rimango confuso. Se guardi i Santi loro, per la maggiore, hanno ridotto il più possibile il contatto con la carne e il mondo. Per loro lo Spirito ha prevalso sulla carne. Esempi? Massimo Kolbe, San Charbel , San Francesco, ec… Tutti questi hanno fatto digiuni incredibili e incredibili privazioni. Non è questo forse un allontanarsi dalla carne e da tutto quello che è mondo?

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            • Michele non so se stai rispondendo a me, ma io la vedo in altro modo…
              San Francesco è poi colui che guardava al Creato cantandone le meraviglie e definiva il corpo come un “asino” non necessariamente in tono dispregiativo (avere un asino poi a quei tempi era un’enorme ricchezza…), ma come chi fa appunto il lavoro della “soma”, il lavoro faticoso, il “trasporto”, trasporta i pesi del vivere della carne per elevarli allo Spirito e allo Spirito di Dio.
              Non usa forse San Paolo la metafora dell’atleta? Forse che l’atleta non ha estrema cura del suo corpo? E nello stesso tempo non è la tempra del suo spirito (dell’atleta) che sottopone il corpo ad estenuanti allenamenti?

              Ogni Santo poi (come ogni uomo) ha il suo percorso, una sua vocazione, una sua corporalità e una sua spiritualità… noi dobbiamo trovare la nostra, chiedendo discernimento a Dio (che potrebbe anche mostrarci un Santo come riferimento…),
              con l’attenzione di non cadere in un manicheismo che vede l’identificazione del male in tutto ciò che è corporale e il solo bene in ciò che è spirituale.

              In ultima analisi SEMPRE prendiamo ad esempio Cristo Nostro Signore, prima ancora dei Santi (che di certo non se ne avranno a male…), Nuovo Adamo, Vero Dio e Vero Uomo, ciò che ha detto, ciò che ha fatto e ciò che ci invita a fare, perché senza essere DEL mondo (perché siamo suoi) NEL mondo ci ha inviati e NEL mondo ha vissuto, tanto da patirne le estreme conseguenze.
              Credo che neppure chi fa la scelta della clausura più stretta in realtà si “astrae dal mondo” con nel cuore una spinta di “separazione” o rifiuto.

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            • Si si, ho risposto a te.
              Non sto dicendo che tutto quello che è corporeo è sbagliato ma che è come un grande freno a salire verso l’altro e più è leggero e meglio si sale.

              Esempio molto di moda: ci sono i gay. Sta bene. La omosessualità la penso come una tendenza. La sodomia è il peccato che ne può derivare. Ma se l’omosessuale su astiene, vincendo la carne quindi, anche per tutta la vita… Questo non lo salva?

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            • Forse non diciamo cose tanto diverse…
              Cmq si l’esempio che fai, corretto, ma anche senza tirare in ballo i gay, giacché tutti abbiamo una sessualità che può essere vissuta in Grazia o altrimenti, nel Matrimonio l’uomo (e intendo maschio perché mi è più connaturale) che impara a dominare le proprie pulsioni, liberandola dalla concupiscenza, che può esserci anche verso la propria sposa o peggio verso altre donne (chi anche solo guarda un’altra donna… ecc), si “allontana dalla carne” (diciamo così…)? O la esalta portando l’unione sponsale ad un livello più alto?

              Insomma. è tutta “zavorra”? Varo che anche Paolo dice: “Chi ci libererà da questo corpo votato alla morte” (cito a memoria…), ma serve un giusto equilibrio e non pensare che come su una mongolfiera l’unico modo per salire sia gettare zavorra… a volte bisogna invece (semplicemente) aumentare l’intensità della fiamma 😉

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  7. Sandro Di Marco

    Perdonatemi l’intrusione, ma se l’intento di questo scritto è puntualizzare come la realtà venga distorta vorrei spendere, se me lo consentite, due parole proprio sugli esempi qui portati:
    >>Spedizione al Polo per studiare il riscaldamento globale torna indietro per il troppo ghiaccio.
    Non è questa una semplificazione che rasenta la banalità a fronte di un gravissimo problema ? Un rigido inverno da qualche parte del pianeta non significa che “tutto il pianeta” non sia colpito da un generale innalzamento della temperatura. Freddo intenso al Polo (per una stagione) non signifa che, su tutto il pianeta, le temperature non si stiano in media alzando.
    >> A nessuno verrebbe mai in mente che il bimbo possa essere una terza cosa.
    Cosa sarebbe “una terza cosa” ? Un omosessuale maschio è un uomo ed una omosessuale femmina è una donna. Nessuno dei due nega questo fatto. Semplicemente sono attratti da persone dello stesso sesso.
    >> come se chiamare un handicappato diversamente abile lo rendesse meno diverso
    Dovreste chiederlo ad un portatore di handicap…molti, forse, vi risponderebbero che la parola handicappato enfatizza il loro stato, e che disabile semplicemente li fa sentire meno “diversi”. E qui mi sembra stia il punto centrale di questo discorso. Non si tratta cioè di “cambiare la realtà”. Si tratta semplicemente di essere gentili e caritatevoli con le persone che ci stanno intorno, dato che spesso vivono con difficoltà la propria diversità. Davvero costa così tanto chiamare un portatore di handicap “disabile” anzicchè handicappato ? Davvero costa così tanto riconoscere (giusto o sbagliato che sia, secondo voi) che ci sono delle persone (maschi e femmine) che vivono una sessualità diversa dalla vostra ?
    >>come se il termine omogenitorialità potesse nascondere il fatto che gli omosessuali in quanto >>tali non possono generare.
    Se semplicemente di “generare” qui stiamo parlando (e quindi non necessariamente all’interno della coppia in questione),al di là del giudizio morale che si può esprimere su ciò, vorrei puntualizzare che molti omosessuali non solo si riproducono regolarmente (tant’è che esistono migliaia di genitori omosessuali), ma spesso lo fanno senza ricorrere ai mezzi della fecondazione assistita, etc. Semplicemente generano un figlio con una persona di sesso diverso. Essere omosessuali, nella stragrande maggioranza dei casi, non implica nessuna limitazione alle proprie capacità riproduttive . Negare questo non è forse uno stravolgimento della realtà ?
    >> perché una fede che non partisse dalla realtà, che non la accogliesse in sé e non la spiegasse sarebbe appunto mera ideologia
    Penso che ci siano interi pezzi della religione cattolica che si basano esclusivamente su un atto di fede e che nulla hanno a che vedere con la realtà (almeno con quella che a noi si manifesta da millenni….perchè se parliamo di quella che non si manifesta in forma tangibile allora l’intero discorso fatto qui crolla completamente). Potrei portare esempi per pagine e pagine. Mi limito ad uno solo…come si può far credere che il corpo della Madonna, in carne ed ossa, sia “asceso al cielo” ? A questo punto dove sarebbe andato ? Se il paradiso non sta, come è logico, nel cielo o nello spazio materiale, ma semplicemente in un’altra dimensione, un corpo che sale al cielo in carne ed ossa dove va? Dove si ferma? E perchè ci sono voluti 1950 anni per stabilire che la Madonna “ascese” (visto che questo dogma venne stabilito nel 1950) ?
    Insomma, seguendo la logica tracciata da questo scritto qui pubblicato, secondo voi risulta più lontano dalla realtà chiamare un portatore di handicap disabile o spacciare per realtà il fatto che il corpo di una donna, 1950 anni fa, sia scomparso nell’atmosfera ?
    Grazie.

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    • Sandro solo per rapidità mi soffermo solo su un punto…
      “Un omosessuale maschio è un uomo ed una omosessuale femmina è una donna. Nessuno dei due nega questo fatto. Semplicemente sono attratti da persone dello stesso sesso.”

      Vero, però esiste anche chi vuole decidere il suo “genere”.
      Non va forse contro una realtà oggettiva (tanto peggio per la realtà appunto…)
      Poi mi pare cadi tu nella banalizzazione. All’interno di ogni coppia gay esistono dinamiche che ricalcano esattamente le dinamiche e le psicologie proprie delle coppie etero – cioè uomo e donna – (brutte copie permettimi sempre e in quanto scollegate dalla realtà oggettiva) per cui troviamo chi fa la parte dell’uno e chi dell’altra, o come si usa dire nella sfera più meramente fisica, omosessuale “attivo o passivo”.

      Non è realtà? Che dire di taluni locali dove i gay portano un fazzoletto nella tasca posteriore dei pantaloni (direi a memoria la differenza la fa il colore) per indicare se fanno “la parte” dell’uomo o della donna (tanto per uscire dalle metafore che spesso sono solo mistificazione), giusto per “velocizzare” l’approccio.
      Almeno un etero, se non è proprio “cecato” in un locale non ha bisogno di simili artifici… 😉

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  8. Bariom,
    chiarito che comunque un omosessuale (uomo o donna che sia) rimane comunque maschio o femmina, uomo o donna, io non penso che ci sia in giro gente che “vuole decidere” da chi si sente attratta (per lo meno penso di poter parlare per la maggior parte degli esseri umani). Insomma, non credo sia un capriccio o un vezzo. E quindi parlando di “realtà” non capisco qui cosa si voglia suggerire ? di ignorare la realtà di ciò che si prova ? e questo sarebbe “più vero” ? E poi essere uomini e provare attrazione verso individui dello stesso sesso quale realtà oggettiva nega ?
    Per quel che riguarda “fare le parti dell’uno o dell’altra” e ruoli “passivi ed attivi”…premesso che non mi piace ridurre le relazioni tra le persone a quello che succede sotto le coltri (non mi piace farlo nè per gli etero nè per gli omo) penso che come due persone interagiscono a letto poco o nulla abbia a che fare con “la realtà”, bensì semplicemente con la “loro realtà”. Ill sesso è prima di tutto comunicazione, emotiva e fisica tra due individui….L’importante è attraverso esso, comunciare, e riuscire a scambiarsi amore. Cosa ognuno fa a letto, come lo fa, penso sia irrilevante. Penso anche che le pratiche sessuali degli etero siano moooolto più complicate e diversificate di quanto tu vuoi lasciare intendere qui (ma in ogni caso…che c’azzecca questo con “la realta’??).
    Grazie comunque per la risposta.
    PS: A me questa storia dei fazzoletti è sempre sembrata una leggenda metropolitana degli anni 70…Vivo la mia omosessualità da quasi 20 anni e non ho mai visto nessuno con fazzoletti nelle tasche posteriori. 😉

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    • Forse Sandro non sei stato nei locali giusti… 😉
      Scherzi a parte, io sono di tutt’altro avviso rispetto a “cosa c’azzecca con la realtà come “due” interagiscono con la sessualità… penso che come due persone interagiscono a letto abbia molto a che fare con la realtà.. la sessualità ha un grande impatto sulla realtà dell’essere (fisico, psichico e spirituale).
      Non voglio suggerire che non sia “realtà di ciò che si prova”. E’ la realtà di un sentimento, di un desiderio, di una pulsione… ma perché è una realtà il fatto che si desideri, è automatico e sempre lecito che questo desiderio sia appagato? Non tutto ciò che si “prova” o si “desidera” è oggettivamente buono… e quindi “ignorare” ciò che si prova sarebbe cosa buona.
      Scontato che sull’ “oggettivamente” faticheremmo a trovare un pensiero comune nell’ambito della sessualità… rispetto altro, forse si. Credo anche tu cerchi di “ignorare” cose che provi ma che consideri non buone.
      Infine, quando parlavo di “ruoli” nella coppia omo, non mi limitavo ovviamente all’ambito “sotto le coltri” ed è un po’ troppo semplice e sbrigativo liquidare questo con un “cosa ognuno fa a letto… ecc, ecc.” sta di fatto che quale che sia l’ambito, nella coppia omo i ruoli son spesso solo la brutta copia (mi perdonerai…) dei ruoli della coppia etero. E’, credo innegabile… appare molto evidente anche dall’esterno (atteggiamenti, abbigliamento e così via…).

      Grazie della chiacchierata.

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  9. Bariom, grazie ancora per la tua cortese risposta. Siamo usciti, credo, fuori tema, ma se non ti dispiace, vorrei continuare con piacere la conversazione
    >> Non tutto ciò che si “prova” o si “desidera” è oggettivamente buono… anche tu cerchi di “ignorare” cose che provi ma che consideri non buone.
    Sono completamente d’accordo. Il punto sta a mettere a fuoco quello che si considera giusto o buono, contro quello che si considera sbagliato o negativo. In questo articolo, ingiustamente, si considera addirittura come “non reale” il sentimento di alcune persone.
    Penso che partiamo da due punti di vista divergenti (tu dai un valore negativo a tutto ciò che ha attaccato l’aggettivo “omosessuale” io penso che gli aggettivi ‘eterosessuale’ o ‘omosessuale’ non abbiano in se’, alcun valore morale, bensi’ penso abbiano un valore morale i sostantivi che a questi agettivi si accompagnano ed il modo in cui questi vengono espressi). Un criterio generale potrebbe essere “fa male a qualcuno?”. Un criterio personale è puntare verso l’amore, inteso come comunicazione, come dedizione verso una persona, l’amore che porta due persone a stare insieme per anni, a dividere la propria vita, a prendersi cura l’uno dell’altro (con tutto quello che ci sta dentro, incluso il sesso). Puoi dirmi che questo non è accettabile per la dottrina cristiana. Ma dirmi “questo non esiste, non è reale” è, a mio avviso, non solo poco caritatevole da un punto di vista cristiano, ma anche un po’ offensivo.
    >>, nella coppia omo i ruoli son spesso solo la brutta copia (mi perdonerai…) dei ruoli della coppia etero. E’, credo innegabile… appare molto evidente anche dall’esterno (atteggiamenti, abbigliamento e così via…).

    Non so, sinceramente a cosa tu ti stia riferendo. Atteggiamenti, abbigliamenti, etc sono aspetti molto superficiali, e non so cosa sia un “atteggiamento” o un “abbigliamento” omo, a meno di non pensare a cliche’ un po’ patetici che riflettono solo il cattivo gusto di certi spettacoli (un po’ come certi film del passato in cui tutte le persone di colore parlavano “si buana”, o si rappresentavano i siciliani sempre con la coppola in testa e l’atteggiamento mafioso) ma nulla hanno a che vedere con la realtà. A meno che tu non stia parlando di questi cliche (e sarebbe come se si riconducessero le donne etero alle veline scosciate in tv o gli uomini etero ai personaggi di Lando Buzzanca) penso sia impossibile parlare di ‘atteggiamenti’ o “abbigliamenti’ omo. Proprio perchè gli omosessuali sono persone come tutti.
    Anche sui ruoli, ho qualche difficoltà a focalizzare quali sarebbero “i ruoli” di una coppia omo (o etero). In generale (etero o omo) tendo a trovare ridicoli i ruoli affibbiati aprioristicamente. Personalmente penso che l’ingrediente fondamentale per una coppia di successo sia proprio l’interscambiabilità dei ruoli, il venirsi incontro dove possibile, prendendosi carico a volte delle mansioni dell’altro/a, senza rimanere cristallizzati sulle proprie posizioni. E questo vale sia per gli eterosessuali che per gli omosessuali.

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  10. Fabrizia

    …e difatti mi sembra che siamo tutti o “xx” o “xy”. E nasciamo tutti da una “xx” e da un”xy”. Non è semplicemente vero che ci sono bambini che hanno due mamme o due papà. Non vogliono bene ai bambini quelli che gli raccontano queste bugie.

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    • Certo che due omosessuali non possono generare….ma un omosessuale ed una persona del sesso opposto (omosessuale o eterosessuale che sia) si. E allora, giudizio morale a parte, se parliamo di realtà, questa sarebbe o no omogenitorialità?

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