Pentitevi

BXVI_-_Ceneri

Vista la coincidenza della Quaresima, che inizia domani, mi sembra opportuno parlare un po’ di penitenza.

La Chiesa Cattolica spesso viene accusata di aver inventato il senso di colpa, come uno strumento di potere per opprimere la gente. Il primo in ordine di tempo credo che sia stato Nietzsche. Che peraltro, più onestamente, non se la prendeva con la Chiesa, ma con il suo stesso Fondatore.

In realtà però è vero il contrario. Non solo Gesù non ha inventato il senso di colpa, ma lo ha addirittura abolito.

Scalfari, con il tempismo che lo contraddistingue, se n’è accorto un paio di mesi fa, anche se attribuisce l’invenzione al vicario. Svista comprensibile in chi arriva in ritardo di un paio di migliaia di anni.

Naturalmente, ciò che è stato abolito non è esattamente il peccato (e come si potrebbe? Equivarrebbe, che ci piaccia o meno, ad abolire questa meravigliosa, contraddittoria, fragile e magnifica creatura che è l’uomo), ma, per l’appunto, il senso di colpa, ed è stato abolito perché sostituito da un’altra cosa, una novità modernissima, eccezionale: il pentimento.

C’è grande differenza tra senso di colpa e pentimento.

Il senso di colpa nasce in ultima analisi dall’orgoglio, è un senso di fallimento, la percezione di non essere stati all’altezza delle aspettative, di non aver saputo corrispondere ai propri ideali, alla propria percezione di sé.

In definitiva, è un sentimento terribile, perché è senza perdono.

Chi prova il morso del senso di colpa è di fronte al più spietato e inappellabile dei tribunali: se stesso. Ed a quel questore, a quel secondino, non c’è modo di sfuggire.

Per questo gli Ebrei osservando Gesù si chiedevano, pieni di stupore: “E chi mai può perdonare i peccati?”

Ma Gesù ha ribaltato lo schema: tu non sei responsabile di fronte ad una legge, di fronte ad un ideale astratto, di fronte ad un etica, più o meno trascendentale.

No, tu sei responsabile di fronte a una persona.

Responsabile. Cioè chiamato a rispondere. Perché responsabilità viene da respondeo.

E se rispondi vuol dire che c’è uno che ti interroga. Non un computer, non un ente astratto, non un tribunale impersonale, ma uno, un tu, una persona.

Chi ti interroga, chi ti costringe a confessare sul banco dei testimoni, non è l’etica, ma un Padre. Anzi, a ben guardare, uno che è morto per te, per salvarti, per poterti assolvere.

Nel tuo processo giudice, avvocato e testimone a favore sono la stessa persona, come potresti essere condannato?

Così il pentimento differisce dal senso di colpa in questo: non è il dolore per un fallimento, ma molto di più, è il dolore per aver tradito la fiducia di una persona che amiamo, il dolore di non aver saputo amare abbastanza in contraccambio.

Però questo significa anche che il perdono è possibile, perché, in definitiva, se invece di sentirmi in colpa, mi pento allora sono davanti ad un altro, non a me stesso.

Basterà quindi una parola di perdono, uno sguardo indulgente, una carezza gentile a rimettere tutto a posto, a restituirmi la fiducia che la relazione non è spezzata, che c’è sempre la possibilità di un ritorno.

Ritorno, che parola bellissima!

Non per nulla “pentimento” in Ebraico si dice Teshuva, che significa appunto ritorno.

E’ questo il pentimento, un ritorno. Mentre il senso di colpa mi paralizza, mi schiaccia nel mio stesso giudizio, il pentimento mi mette in cammino, mi porta a cambiare a crescere, (ri)stabilisce una relazione.

Dunque il tempo che inizia domani è un tempo di festa, non di tristezza.

E’ il tempo di rimettere al centro della nostra vita l’essenziale (è questo il motivo del digiuno), lasciando cadere tutto ciò che ci appesantisce e ci impedisce di sognare.

Perché con la pancia piena non si sogna, con la pancia piena si fanno incubi strani.

E’ un tempo di festa perché è il tempo di ritornare, di ritornare al futuro, cioè di mettere barra al centro e volgerci decisamente in quella direzione verso cui avremmo dovuto essere incamminati fin dall’inizio e che invece avevamo perso, sviati da tante chimere, quella direzione che è quella della Casa dove siamo attesi da sempre, per cui siamo stati creati.

E’ il tempo di un lavoro gioioso, un tempo di riscoperta della propria vocazione, di ritorno alla responsabilità, di accettare e godere la chiamata del gigantesco Tu che ci sta di fronte.

Buona Quaresima a tutti,

15 commenti

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15 risposte a “Pentitevi

  1. Grazie don Fabio per questa riflessione semplice ma potente, come lo sono le parole, imparare a chiamare le cose con il loro nome è il primo atto di responsabilità dell’uomo che ci rende custodi del nostro cuore e di quello dell’altro così come siamo custoditi nel cuore del Padre nostro che è nei cieli che in questo tempo di Quaresima ci accompagna in questo cammino di rinascita annuale. Buona Quaresima anche da parte mia!

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  2. Filippo

    Grazie! Non senso di colpa ma pentimento = ritorno che indica quella cammino incontro al Padre. Le auguro una Santa Quaresima.

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  3. Patrizia

    Grazie! Molto bello e chiaro!

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  4. Come sempre entri nel vivo delle cose e ci fai capire con semplicità cose che forse già sappiamo ma non con queste parole , con questa comprensione, con questo amore.
    E’ vero Gesù ci ama così tanto da perdonarci ed è anche vero che noi non ci perdoniamo,ma se riusciamo veramente a capire tutto questo, allora ,ecco le lacrime che scivolano calde e silenziose sulle guance e non vorresti mai smettere, sono lacrime di redenzione,che fanno bene al cuore.

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  5. Pingback: Pentitevi

  6. Grazie davvero, me lo stampo e lo userò come meditazione in questa quaresima….e prego che il Signore continui a far crescere in te il dono dlela Parola…Buona Quaresima!

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  7. Mario Molinari

    In una delle sue catechesi sulla preghiera di pentimento, padre Gasparino, citando uno psicologo americano di cui non ricordo il nome, diceva che ci sono 5 “demoni” che costantemente insidiano la nostra libertà e la nostra psiche, che possono impedirci di comprendere il nostro peccato, e, in ultima analisi, di pentirci e guarire.
    Da questi 5 discendono tutti gli altri mali della nostra psiche.
    I demoni sono:
    1. L’odio
    2. La paura
    3. Il senso di colpa
    4. Il senso di inferiorità
    5. Il vittimismo
    Secondo padre Gasparino, la preghiera ha il potere di contrastare questi mali e di liberarci.

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  8. Buona Quaresima a tutti.

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  9. Paola

    Una luce che illumina il percorso del comprendersi ed amarsi e per amare e rispettare gli altri. Grazie

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  10. Loredana

    Don Fabio, buonasera.
    Non ho mai avuto il “coraggio” di scrivere in risposta ai suoi post, su questo ed altri suoi blog, pur avvertendo che ogni suo scritto lasciava in me un retrogusto interessante.
    Ora non posso non ringraziarla per questo post in particolare, perche’ e’ diventato “ciccia” nella mia vita.
    Mi spiego: io sono cresciuta stra-controllata, egoista e prepotente…. negli ultimi anni, dopo lo tzunami del “risveglio”, sto tentando l’abbandono, il lasciarmi andare, ma direi che l’impresa e’ veramente divina: ad ognuno il suo lavoro, io aro e attendo la pioggia.
    Quanto sopra per dire che – di natura – sono soffocata dal senso di colpa e dal giudizio sul mio operato: fare il “salto” alla visione del peccato in un ottica di relazione, pur avendo inteso il concetto, non mi riusciva proprio.
    Fino a qualche giorno fa, quando ho fatto una confessione dove il centro – per la prima volta – non sono stata io brutta e cattiva, ma l’effetto che, nella vita dell’altro, potevano avere i miei ripetuti comportamenti negativi.
    Anche la sua omelia sulla santita’ parlava di questo… (la seguo molto, mi interessa quello che ha da dire!)
    Tornando alla confessione: mentre parlavo, e mi mettevo nei panni dell’altro, ho avuto la possibilita’ di vedere come si puo’ – nel tempo – creare o distruggere una persona e questo mi ha “contristato” veramente per la prima volta.
    Non per me, come solito, ma per l’altro da me, che si forma e trasforma anche in base al mio giudizio.
    Quanto potere.
    E mi sono sentita spezzare il cuore.
    Ma e’ stato bellissimo… paradossale, lo so.
    E devo ringraziarLa, perche’ – il suo scritto- e’ stato veicolo di un evento epocale nella mia vita.
    Non so che effetti ci saranno, ma il ricordo di quanto ho vissuto vale la pena di andare a vedere.
    L’abbraccio con il cuore.

    Ps: io ho bisogno dei suoi scritti e mi piacciono le sue omelie 🙂

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  11. “La psicanalisi è una confessione senza assoluzione.” (G.B. Chesterton)

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