Oggi alle 18.30 all’Università di Roma 1, “La Sapienza”, va in scena “Uomo Vivo” di GKC. Un evento lungamente preparato ed atteso a cui ho indegnamente collaborato.
La tramontana che da ieri soffia su Roma, non distruttiva, ma vivificante e gioiosa come accade in certe fredde giornate invernali, non poteva non farmi pensare quindi allo straordinario incipit di Uomovivo appunto.
Ve lo riporto per vostra comodità (magari non tutti conoscete a memoria l’opera omnia di GKC, come peraltro dovreste):
Il vento si levò alto ad occidente, come un’onda di irragionevole felicità, e si slanciò verso oriente sull’Inghilterra, portando seco il nevoso aroma delle foreste e la gelida ubbriachezza del mare. In mille buchi e cantucci ristorò la gente come un boccale di vin fresco e la sorprese come una percossa. Nelle stanze più riposte di case labirintiche e recondite suscitò come un’esplosione domestica; seminò l’impiantito di fogli professorali, tanto più preziosi quanto più fuggitivi; e spense il lume della candela alla quale un ragazzo leggeva l’Isola del Tesoro, avvolgendolo in un’oscurità piena di rombo. E dappertutto suscitò dramma in esistenze senza dramma, e suonò le trombe della crisi sul mondo. Più d’una madre meschina, in qualche povero cortile, aveva guardato cinque camicine tese ad asciugare come si guarderebbe una tragedia miseranda; quasi ch’ella avesse impiccato i suoi piccini. Arrivò il vento: le camicie si gonfiarono e balzarono, come se vi fossero saltati dentro cinque grassi folletti; e nella stanca subcoscienza ella ricordò confusamente le rozze commedie dei padri, ai tempi che gli elfi abitavano ancora le case degli uomini. Più d’una fanciulla derelitta, in un giardino murato e umidiccio, s’era buttata sull’amaca con lo stesso gesto di non poterne più con il quale avrebbe potuto buttarsi nel Tamigi; e il vento le squarciò attorno l’ondeggiante muraglia di fogliame, e sollevò l’amaca a guisa di pallone, rivelando strane forme di nuvole in alto, e lontane visioni di villaggi splendenti, quasi ch’ella ora viaggiasse nel cielo in una magica barca. Più d’un impiegato o d’un curato scarpinava polveroso per una strada telescopica fiancheggiata di pioppi, rassomigliandoli per la centesima volta a pennacchi di un carro funebre: quando cotesta forza invisibile li curvò a diadema intorno alla sua testa e li fece rombare come un saluto di ali angeliche. E vi era in tutto ciò qualcosa di ancor più ispirato e imperativo che non nel vecchio vento del proverbio, perché questo era il buon vento che non fa male a nessuno.
Da Le avventure di un uomo vivo, Piemme 1997, 7-8
Sarà perché contemporaneamente sto riflettendo su una meditazione di cui sono stato incaricato sul tema dello Spirito Santo, a cui inevitabilmente il vento rimanda, ma questa “ondata di irragionevole felicità” stamattina ha preso anche me.
Lo so del mondo e e anche del resto, cantava Gaber, lo so che tutto va in rovina. Ma non stamattina. Stamattina mi godo il vento e la vita che porta con sé, altrimenti non so più per che cosa lotto e combatto.
Soffia su Roma, vento gioioso e pieno di speranza! Vento che pulisci il cielo e spazzi via la grigia umidità che ci ha fatto disperare. Soffia nei luoghi più nascosti e scompiglia i nostri progetti disperati, ribalta il mondo perché possiamo osservarlo con occhi nuovi. Spegni le nostre candele così che spalanchiamo le imposte a godere della luce del sole, porta un po’ di dramma in esistenze troppo quiete, senza vita, dove tutto si ripete monotonamente uguale, ché il dramma è azione, lotta, energia, vita.
Soffia contro ogni ideologia, contro ogni schema, contro ogni preconcetto, contro ogni separazione, soffia e sbattici in faccia la realtà, quella vera, non quella che si legge nei giornali, o sulla Rete. Dove il vento non soffia mai, né può soffiare.
Povera città, tanto amata e tanto mia, che ti perdi in incubi strani, che muori ogni giorno per tua stessa mano, lascia che il vento ti porti l’allegria, e l’uomovivo si abbatta su di te come una tempesta!
Va da sé che vi aspetto tutti oggi alle 18.30. Io per vostra fortuna non recito, ma ho messo tutto ciò che ho per preparare questo giorno.
Chi volesse maggiori informazioni le trova qui.
Ondata di irragionevole felicità…bellissimo! Grazie Maria
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