Ho veramente troppo trascurato questo blog, a tratti ho anche pensato di chiuderlo, vi confesso. Ho altri modi per comunicare, pensavo, scrivo libri, articoli, faccio comparsate in TV, mi chiamano a predicare qua e là… chi ci ha più voglia di tenere un blog aggiornato?
Ecco il problema. Scrivere per me era diventato come un lavoro, una cosa decisamente troppo seria e mi stavo perdendo il gusto di farlo, così, semplicemente per piacere, perché uno ha voglia di raccontarsi, perché la parola è il dono più grande che abbiamo ricevuto. E la conseguenza ovviamente è stata che improvvisamente scrivere è diventato faticosissimo. Ho sul desktop del mio mac un libro scritto per due terzi e non ho più voglia di portarlo avanti, ho avviato dieci progetti diversi senza concluderne nessuno, il tempo mi scappa da tutte le arti, quando una volta rubavo ore al sonno per scrivere…
Oggi ho capito meglio una frase del grande GKC: gli angeli volano perché non si prendono troppo sul serio. Sì, la scrittura, come la vita, è cosa troppo importante per prenderla sul serio, meglio viverla la vita e scriverla la scrittura, senza pensarci troppo.
E poi magari ogni tanto fermarsi e voltarsi indietro a guardare i fiori seminati sul cammino.
Non è che smetterò di scrivere cose serie, ma questo polmone mi serve per mantenere la verve, la creatività, il gusto di fare le cose e anche, perché no, il piacere della battuta assassina, o della risposta folgorante, l’ironia, il sarcasmo, quelle cose che in un libro non ti puoi permettere perché ogni frase è pensata diecimila volte e soppesata su tutte le possibili bilance.
Qui no, qui si scrive con allegria, si apre il mac e ci si mette alla tastiera senza nemmeno sapere come andrà a finire. Come questo articolo, che l’ho cominciato per fare una cosa diversa da quella che sto facendo, E va benissimo così.
E allora qui si parla di Dio e della mia vita di cappellano, come è ovvio, ma anche di cinema, di rock, di romanzi, di politica e di qualsiasi cosa mi venga in mente perché c’è una regola sola: essere dilettanti, cioè scrivere per diletto. L’ho sempre detto io, se vuoi un lavoro fatto bene fallo fare a un dilettante. E io invece mi ero ridotto a scrivere dell’unica cosa in cui a volte rischio di diventare un professionista
Scusate se ci ho messo un po’ a rendermene conto. Come scrive Pasolini “per essere poeti bisogna avere tanto tempo e io di tempo ormai ne ho poco, un po’ per la morte e un po’ per questo mondo che ai poveri toglie il pane e ai poeti la pace” (più o meno, cito a memoria) e se poi uno la pace se la toglie da solo…
Basta, è l’ora di ridere di nuovo, di tornare a cantare il cuore innamorato, che c’è sempre, non è che sia scomparso, ma ultimamente appunto si prendeva troppo sul serio e si era appesantito. È l’ora di annoiarvi con il lungo elenco delle cose che mi piacciono e quello brevissimo di ciò che detesto
Grazie di aver sopportato tanti mesi di silenzio, adesso si ricomincia dall’allegria e dalla voglia di scrivere
Attendiamo i frutti di questo nuovo, rinnovato approccio…
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Sono felicissima che le sia tornata la voglia di scrivere a ruota libera….
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Grazie di essere tornato
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Bentornato…. viva la fontana!
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Finalmente..Grazie!
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Il problema è che tu puoi anche non scrivere seriamente…ma non puoi evitare che i tuoi lettori ti prendano sul serio! 😉
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boh questo è un problema loro, facessero pure.
Io sono io e faccio già abbastanza fatica ad essere responsabile di me stesso, figurati se ho tempo e voglia di star dietro a quello che un altro capisce di me
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