Ieri c’è stato il tradizionale pranzo della befana, una di quelle istituzioni familiari che a diciotto anni vedi come una disgrazia, a cinquanta come l’evento più importante della settimana e – sospetto – a ottanta come una ragione di vita. In tempo di Covid invece è per tutti una rara e preziosa occasione di affetto e di annusarsi tra consanguinei, scoprire che – anche se ci vediamo poco – ci vogliamo tanto bene e abbiamo ben più cose in comune di quante pensiamo.
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