Quando Solimano il magnifico nel 1540 ordinò la costruzione delle mura di Gerusalemme (quelle che ancora oggi si possono ammirare attorno alla città vecchia) sicuramente non pensava al libro dell’Apocalisse, e tuttavia ogni volta che le guardo non posso fare a meno di pensare al libro di Giovanni. Continua a leggere
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La gioia e la speranza (proemio)
Un paio di settimane fa ho assegnato a una mia “figlia spirituale” la lettura della Gaudium et Spes, uno dei quattro documenti fondamentali del Concilio Vaticano II. Non come testo di magistero però, ma come libro di meditazione. Più per alimentare la preghiera, quindi, che come stimolo per la riflessione. Continua a leggere
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Radio Radio
Nei prossimi giorni io e Sabina inizieremo una nuova avventura. Ne parla diffusamente il web-magazine Aleteia,con una bella intervista a cura di Emanuele d’Onofrio, che copio-incollo per voi.
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La notte, i ciechi e la luna
Omelia per la quarta Domenica di Quaresima, anno A Continua a leggere
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Luci nella notte: una magia semplice
Circa 10 anni fa, era mattino presto, quando un amico mi propose di assistere ad un momento di “magia semplice”.
Le ragazze che erano con noi stavano dormendo in macchina dopo una notte di festa sulle coste salentine.
Il sole era spuntato da poco e andammo davanti alle acque trasparenti del mar Ionio a guardare le differenti tonalità di azzurro attraversato dai raggi del sole che saliva pigro nei primi minuti del mattino. Continua a leggere
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La fontana conta più del villaggio
Il più bello tra i tanti messaggi di affetto e consolazione che ho ricevuto dopo l’articolo di ieri è stato quello di una mia “figlia” che mi scriveva: “tanto, finché io sarò qui, una buona parte di te resterà al Villaggio”. Vi confesso che mi ha fatto quasi piangere: che perfetta sintesi della paternità spirituale e che profondità in quest’anima e che consolazione per me, come una conferma di aver lavorato bene, nonostante tutto. Continua a leggere
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Falene & Demoni (reprint)
Mentre mi preparo spiritualmente a celebrare il mio 25° vi offro una nota che scrissi per FB un paio di anni fa
Ci sono momenti in cui la scelta della castità è più pesante. Nel suo significato più vero il senso di questa rinuncia è il desiderio di portare a sovrapporsi identità e funzione, così che l’essere prete diventi il focus di tutto il mio essere. Questo implica la sottomissione di ogni desiderio alla Missione. Non è solo una questione di sesso: è voler essere una falena che vive solo per la luce, fino a bruciare in una vampata felice, quando davvero mi consumerò nel mio desiderio. Continua a leggere
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Il prete superstar
I preti interessano. La constatazione di questo fenomeno che perdura a dispetto del laicismo e ateismo dilagante non cessa mai di sorprendermi, un’ulteriore riprova di questo fenomeno l’ho avuta vedendo che in meno di un mese di vita questo blog, che continuo a considerare secondario, ha ampiamente superato quello che raccoglie e documenta il mio lavoro sull’Apocalisse, che continuo ostinatamente a considerare quello primario. Continua a leggere
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Il più grande manager di tutti i tempi
Mauro era il manager di una grande azienda. Non lo conoscevo a quel tempo e quindi non so immaginare come fosse in ufficio, ma posso farmene un’idea, certi tratti del carattere restano immutabili e quindi immagino che anche nella sua attività portasse quelle caratteristiche di dolcezza e di positività che io gli ho conosciuto dopo. Continua a leggere
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L’uomo del sì
Oggi Costanza pubblica una vecchia nota che avevo scritto per FB un paio di anni fa. La ringrazio per la cortesia e mi cito (non senza un po’ di rossore)
di Fabio Bartoli
Quanto mi pesa dover dire di no! Il dramma della mia condizione di parroco è che mentre vorrei essere l’uomo del sì, l’uomo che accoglie sempre, la mia posizione di presidente della comunità, di responsabile dell’ortodossia, di maestro della fede mi costringe invece a correggere ed orientare ed a volte purtroppo a dover vietare e questa è la cosa più pesante.
Questa fatica si esprime soprattutto nella pratica quotidiana dell’ufficio parrocchiale. Ogni giorno in ufficio si giocano partite mortali. Quando una persona entra in ufficio parrocchiale di solito lo fa perché ha una richiesta specifica da fare: vuole un battesimo, o iscrivere un bambino al catechismo, o chiede un funerale o mille altre cose, si comporta in genere come chi va in un’agenzia a comprare un servizio, sa già cosa vuole e non è lì per ascoltare lezioni (c’è già così poco tempo nella vita, ci…
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