Io mi vergogno.
Io che siedo al tuo posto mi vergogno. Continua a leggere
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Nell’organizzazione del nostro orario una volta ogni tanto mi toccano tre giorni consecutivi di guardia. Niente di drammatico, per carità, il San Filippo è un ospedale relativamente piccolo e quindi si lavora in modo tranquillo, senza i ritmi frenetici di un policlinico. Continua a leggere
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Come è interessante il linguaggio!
Le parole sono scivolose, non sono ferme e stabili nel loro significato nel tempo e a seconda di chi le usa acquistano significati diversi, a volte perfino contraddittori, a volte poi la gente non fa la fatica di andare oltre l’apparenza e cercare di capire in che senso l’altro le usi, se poi pensiamo che ormai la cortesia di un credito di fiducia anticipata non si dà più a nessuno, specialmente in rete, si capisce facilmente come soprattutto su FB si finisce a volte con l’insultarsi come pescivendole (con tutto il rispetto per i venditori di pesce, è un modo di dire che solo chi è stato al mercato del pesce di Genova può capire) perfino tra persone che in realtà la pensano allo stesso modo. Continua a leggere
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Un mese fa è stato il trentesimo anniversario della mia ordinazione sacerdotale. Il giorno prima ho scritto questa lettera che è stata un po’ la mia meditazione di quel giorno. Sono stato a lungo indeciso se pubblicarla o meno, alla fine mi sono deciso a farlo pensando che ci sono tanti sacerdoti e consacrati che mi leggono e forse può fare un po’ di bene la condivisione di un cuore che dopo trent’anni di sacerdozio è magari un po’ stanco, ma si sente ancora giovane. Continua a leggere
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Si sa che Internet esalta il dilettantismo, nel senso che molti si sentono autorizzati a scrivere su qualunque argomento senza sentire il bisogno di essere particolarmente titolati a farlo. Ho pensato quindi che non sarà un grande male se anche io mi proverò a fare la mia brava figura di dilettante, con una incursione in un campo che decisamente mi appartiene poco, quello della storia dell’arte. Continua a leggere
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Quando penso alla casa di Ein-Karem, la casa di Zaccaria ed Elisabetta, mi vengono in mente tre parole: silenzio, visita e benedizione. Per questo la si può chiamare la casa della preghiera. Non per nulla è la casa di un sacerdote, e non per nulla in essa sono state composte due preghiere tra le più belle del Nuovo Testamento. Continua a leggere
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La prestigiosa rivista di spiritualità sacerdotale “Presbyteri”, pubblicata dai padri Dehoniani, mi fa l’onore questo mese di publicare un mio articolo. Lo condivido anche con voi, sebbene abbia una misura decisamente troppo lunga per un blog. Continua a leggere
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La mia omelia per il Giovedì Santo, Messa “in coena Domini”, quella in cui si compie il rito della “lavanda dei piedi”. Continua a leggere
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Oggi è il giorno che la Chiesa dedica al sacerdozio. Il giorno in cui tutti i sacerdoti rinnovano a Dio le loro promesse. Il giorno in cui la Chiesa intera si ferma stupita a ringraziare Dio perché ci ha donato dei sacerdoti. Continua a leggere
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Sono passati trentadue anni dalla notte in cui per la prima volta ho sentito il Signore chiamarmi e chiedermi tutta la vita. Lo so, perché ricordo molto bene che era la notte dopo la festa della Madonna del Rosario. A quel tempo frequentavo CL alla facoltà di Giurisprudenza in v. Balbi, a Genova. Non mi ero avvicinato alla fede da molto, ed ero ancora pieno di stupore per ciò che vedevo accadere dentro e fuori di me. Continua a leggere
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