L’amore nasce dall’amore

Cari amici, lo scorso anno su commissione di un’amica, direttrice di un coro, ho scritto un oratorio di Natale. Forse non è una cattiva idea condividerlo con voi oggi. In fondo siamo ancora nel tempo di Natale. Certo non potrete godere della mirabolante interpretazione dei due cori per cui l’oratorio è stato scritto, però c’è l’indicazione di tutti i brani, quindi potete facilmente risalire ad essi per ricostruire il tracciato generale dell’Oratorio.

L’amore nasce dall’amore

Lettore: Tutto inizia dal desiderio: l’immenso desiderio di Dio di effondere la sua vita in tutto ciò che esiste. Come una scintilla di luce che pian piano cresce a rischiarare il buio. Così inizia il mondo: in un bacio, bacio tra la terra inanimata e il soffio divino che infonde vita.
Da questo bacio nasce il desiderio dell’uomo in risposta a quello di Dio. Desiderio di sentire ancora quel bacio, desiderio di un senso che dia il perché alle cose, di uno splendore che illumini la notte.

Canto: I fuochi, l’acqua il tempo (M. Valmaggi)

Quando i fuochi del cielo scolorendo muoiono alla luce
e le forze del mare lente si risvegliano
quando il sole si alza e si incammina piano piano
Ecco io mi ricordo che son venuto di lontano
Ecco io mi ricordo che son venuto di lontano

Come l’acqua dei fiumi che sgorga dalla terra ferita
come un volo di gru che iniziò di là del mare
così so che la mia vita quando ancora io non c’ero
come un fiore è sbocciata, Dio, nel tuo pensiero

Quando il tempo porta via oggi e domani giorni e notti che diventano infinito
e la vita intera sembra naufragare negli spazi immensi e non sa più lottare
Ecco io mi ricordo che ci hai promesso di tornare
Ecco io mi ricordo che ci hai promesso di tornare

Come l’acqua dei fiumi che sgorga dalla terra ferita
come un volo di gru che iniziò di là del mare
così so che la mia vita quando ancora io non c’ero
come un fiore è sbocciata, Dio, nel tuo pensiero

Lettore: Ma un dramma è accaduto. Il nemico del genere umano, colui che perverte il desiderio, ha distolto lo sguardo dell’uomo dalla fonte all’acqua. Invece di attendere il dono della vita da quel bacio divino egli ha preteso così di darsela da sé solo, tentando di rubare ciò che Dio voleva donargli.
Così l’incontro dell’infinito darsi e dell’infinito riceversi è stato impedito e il desiderio dell’uomo si è mutato in nostalgia, in un pianto segreto che rimane nascosto al fondo di ogni cosa.

Musica: Gabriel’s oboe (E. Morricone)

Lettore: Ma Dio non si lascia bandire! Come un’amante ostinato continua a cercare l’uomo con tutta la forza del suo eros infinito. Abramo, Isacco, Giacobbe… e poi la schiavitù in Egitto, l’esodo attraverso il deserto, lo splendore del regno di Davide, l’angoscia dell’esilio, la nuova schiavitù… sono i capitoli appassionanti di una infinita storia d’amore a cui l’uomo risponde con la divorante nostalgia che attraversa i versi di Isaia e Geremia e la poesia dei salmi.
Il grido di fame e desiderio che per millenni resta senza risposta: “sole e desiderio dei miei occhi, della mia anima delizia e tesoro”

Canto: Jesu bleibet meine freude (Corale dalla cantata 147 di J.S. Bach)

Jesus bleibet meine Freude
Meines Herzens Trost und Saft,
Jesus wehret allem Leide,
er ist meines Lebens Kraft,
meiner Augen Lust und Sonne,
meiner Seele Schatz und Wonne,
darum lass ich Jesum nicht
aus dem Herzen und Gesicht.

Gesù resta la mia gioia,linfa e consolazione del mio cuore,Gesù pone termine a ogni sofferenza,è la forza della mia vita:sole e desiderio dei miei occhi,della mia anima delizia e tesoro.Perciò non ti lascio Gesùlontano dal cuore e dallo sguardo.

Lettore: Maria, tu sei la prima sillaba della risposta di Dio al desiderio dell’uomo, tu la culla della vita, tu la tela su cui l’artista geniale traccia il suo capolavoro, il silenzio che dà spazio alla parola, la terra in cui è germogliato il cielo, il tabernacolo per colui che i cieli non contengono.
Drammaticamente, S. Bernardo immagina presenti al momento dell’Annunciazione i profeti e i patriarchi e tutti gli uomini di ogni tempo che invocano la Vergine, quasi appesi al suo labbro, di sciogliere l’attesa e gridare il suo sì, in un istante sospeso che per un attimo concentra tutto il desiderio della Creazione in un punto solo.

Canto: Ave Maria di Arcadelt

Ave Maria Gratia plena, Dominus tecum, Ave Maria
Benedicta tu, benedicta tu in mulieribus
et benedictus fructus ventris tui Jesu
Sancta Maria ora, ora pro nobis Sancta Maria,
ora, ora pro nobis Amen

Lettore: Vieni Signore, Komm herr Jesu, Maranatha, Adveniat, adveniat cito… perché non possiamo fare a meno di te, perché tu sei il nostro tutto, il nostro presente e il nostro futuro, tu la foce che dà senso al fiume, il piacere che placa l’attesa, il vino che sazia ogni sete.
Tu la speranza, tu l’attesa, tu il perpetuo rifluire dell’amore, tu la ricompensa ad ogni amore, tu, soltanto tu.

Canto: Benché sia notte (M. Frisina)

Rit. Benché sia notte, 
conoscerò dov’è la fonte da cui scaturisce
quella sorgente pura e luminosa che ci conduce alla fede.

1. Il suo splendore non si oscura mai
ed è sorgente d’ogni luce,
le sue correnti irrigano i cieli
ed a quest’acqua si sazia ogni vivente.


2. Giace nascosta questa eterna fonte
e chiama ogni creatura,
alla sorgente anela il mio cuore
che in questo pane di vita io contemplo.

Lettore: Perché mi hai creato Signore? Perché hai voluto che nascessi? Che campassi questa vita così piena di problemi e dolori e fatica? Perché? Io lo so, nel profondo del mio cuore lo so: tu mi hai creato perché mi hai voluto e mi hai voluto perché mi amavi, mi hai creato perché avevi piacere di amarmi, mi hai creato per il tuo piacere, perché il tuo piacere è amarmi. Amarmi e perdonarmi, fino a morire al posto mio.
Questo è il giorno felice, l’unico vero giorno felice, in cui inizia la mia salvezza. Il giorno in cui tu mi insegni a vedere e lottare e pregare, il giorno in cui mi insegni a vivere felice, come un angelo, rendendo grazie.

Canto: Oh Happy Day (H. Hawkins)

Oh Happy day when Jesus washed
he washed my sins away
He taught me how to watch, fight and pray
And live

(Traduzione italiana)
Oh Giorno felice quando Gesù ha lavato via i miei peccati.
Lui mi ha insegnato a vedere, e lottare e pregare,
Lui mi ha insegnato a vivere felice.
Oh Giorno felice

Lettore: Signore, è così: a Natale inizia il tuo cammino nel mondo ed il nostro cammino nel cielo, ti fai strada nel mistero che è l’uomo -mistero di dolore, contraddizioni e chiaroscuri- perché gli uomini possano farsi strada nel mistero del cielo -mistero di luce, di gioia e di vita-. Ti sei fatto uomo perché noi potessimo diventare Dio.
Hai aperto il canale dell’amore e, da quel giorno, instancabile lo Spirito Santo sale e scende la scala dei cuori entrando ed uscendo e diffondendo ovunque il tuo profumo.

Canto: Gli angeli delle campagne (trad. francese)

Gli angeli nelle campagne cantano l’inno “Gloria in ciel”!
E l’eco delle montagne ripete il canto dei fedel:

Gloria in Excelsis Deo! Gloria in Excelsis Deo!

Oh pastori che cantate dite il perché di tanto onor!

Qual Signore, qual profeta merita questo gran splendor?

Oggi è nato in una stalla nella notturna oscurità.

Egli, il Verbo, s’è incarnato e venne in questa povertà.

Lettore: da quando sei nato tutto è cambiato e il mondo si è rivoltato: la vendetta è disarmata dal perdono, la paura si arrende alla fiducia. Nessuno più ha paura, nessuno oggi ha più paura, perché Dio si è fatto bimbo e nessuno ha paura di un bimbo. E noi vogliamo essere bimbi con te, e come te Signore, perché nessuno più abbia paura.
Donaci Signore di non voler fare paura a nessuno, almeno oggi, donaci di essere una Chiesa che non fa paura. Mai più Signore, mai più. Non vogliamo più fare paura.

Canto: Quanno nascette ninno (S. Alfonso M. deLiguori)

Quanno nascette Ninno, quanno nascette Ninno a Betlemme,
era notte e pareva miezojuorno
Maje le stelle, lustre e belle, se vedèttero accussí
e ‘a cchiù lucente, jette a chiammá li Magge a ll’Uriente.
Non c’erano nemice non c’erano nemice pe’ la terra:
La pecora pasceva co’ ‘o lione
Co o capretto, se vedette ‘o liupardo pazzeá
Ll’urzo e ‘o vetiello e, co’ lo lupo, ‘mpace ‘o pecoriello.
S’arrevotaje ‘nsomma s’arrevotaje ‘nsomma tutto munno:
lo cielo, ‘a terra, ‘o mare e tutte ggente
Chi dormeva, se senteva ‘mpietto core pazzeá pe’ la prejezza;
E se sonnava pace e contentezza
Guardavano le ppecore, guardavano le ppecore, ‘e Pasture
E n’Angelo, sbrennente cchiù do sole,
Comparette e lle decette: – No ve spaventate, no!
Contento e riso! la terra è addeventata Paraviso!

Lettore: E così l’Onnipotente, colui che non ha bisogno di nulla si presenta a noi povero e bisognoso di tutto. Ha scelto di aver bisogno dell’uomo questo Dio, perché l’uomo potesse accostarsi a Lui senza paura, ha scelto di aver bisogno dell’uomo perché noi fossimo innalzati alla dignità di suoi collaboratori.
Avrebbe potuto farne a meno, ma ha scelto di avere bisogno di noi per farci partecipare alla sua gioia. Ha scelto di affidarsi a noi per dimostrarci la sua fiducia.

Canto: Tu scendi dalle stelle (S. Alfonso M. deLiguori)

Tu scendi dalle stelle O Re del Cielo
E vieni in una grotta Al freddo al gelo

O Bambino mio Divino Io ti vedo qui a tremar
O Dio Beato Ahi, quanto ti costò L’avermi amato!

A te, che sei del mondo Il Creatore
Mancano panni e fuoco O mio Signore!

Caro eletto Pargoletto Quanto questa povertà
Più mi innamora! Giacché ti fece amor Povero ancora!

Lettore: Contemplando questo bambino-Dio comprendo quanto è vana la ricerca dell’uomo di essere forte o autorevole, perché la vera forza e la vera autorità stanno altrove, non si basano certo su ciò che è forte agli occhi del mondo, perché tutta la potenza e la maestà di Dio sta in questo piccolo bimbo: è nulla, è un esserino indifeso, ma è al tempo stesso il Re dei re e il Signore dei signori. Lui, l’Onnipotente, ha scelto di essere impotente per amore, Lui, il Forte, ha scelto di essere indifeso perché io non mi sentissi più minacciato da Lui. Ha voluto nascere disarmato e vivere disarmato, spoglio di ogni segno esteriore perché nessun uomo si sentisse mai costretto dalla forza a credere in Lui.
Venite, venite ad amare l’amore indifeso!

Canto: Adeste fideles (trad.)

Adeste, fideles, Laeti triumphantes,
Venite, venite in Bethlehem!
Natum videte, Regem angelorum

Venite, adoremus!
Venite, adoremus!
Venite, adoramus Dominum!
Venite, adoramus Dominum!

En grege relicto Humiles ad cunas,
Vocati pastores adproperant,
Et nos ovanti, Gradu festinemus.

Æterni Parentis splendorem æternum,
velatum sub carne videbimus,
Deum infantem pannis involutum.

(Traduzione italiana)

Venite fedeli, lieti e trionfanti
venite, venite a Betlemme
vedete: è nato il re degli angeli!

Venite adoriamo
Venite adoriamo il Signore

Abbandonato il gregge, umilmente verso la culla
I pastori sentendosi chiamati si accostano
Anche noi giubilando affrettiamoci

Lo splendore eterno del Padre Divino
vedremo nascosto sotto un velo di carne:
Il Dio bambino avvolto in fasce

Lettore: Il verbo adorare viene dal latino: ad-oro, rivolgo il volto verso… E adorare è proprio questo: fissare lo sguardo nel fuoco inesauribile dell’amore, ma anche lasciarsi guardare da lui, lasciarsi penetrare dallo sguardo di Gesù. È lo sguardo sul giovane ricco, che pudicamente Luca descrive con due verbi “guardandolo intensamente lo amò”, è lo stesso sguardo che il Dio-bambino rivolge ai pastori e ai magi, che sembra irradiare luce, la luce di una nuova aurora, l’alba della Grazia redentrice.

Canto: Oh Holy night

Silent Night holy night
All is calm and all is bright
Round yon virgin mother and child
holy infant so tender and mild
Sleep in heavenly peace Sleep in heavenly peace

Silent night holy night
wondrus star lend by the light
with the angels let us sing
hallelujah to our king
Christ the savior is here Christ the savior is here

Silent night holy night
Son of God, love’s pure light
Radiant beams from thy holy face
with the dawn of redeeming Grace
Jesus Lord at thy birth Jesus Lord at thy birth

(Traduzione italiana)

Notte silenziosa, notte santa
Tutto è calmo e risplende
intorno alla vergine madre e al bambino,
il santo piccolino così tenero e dolce
Dormi nella pace celeste, dormi nella pace celeste

Notte silenziosa, notte santa
Stella meravigliosa, portaci la luce
lasciaci cantare con gli angeli
alleluia al nostro re
Cristo il salvatore è qui Cristo il salvatore è qui

Notte silenziosa, notte santa
il figlio di Dio è pura luce d’amore
Raggi irradiano dal suo volto santo
è l’alba della Grazia redentrice
Gesù alla tua nascita, Gesù alla tua nascita

Lettore: Lo splendore che irradia dal Bimbo abbatte le durezze del cuore ed accade così il prodigio della Grazia, il cuore cambia. Sì la trasformazione di un uomo è un evento soprannaturale: “può un uomo rinascere quando è vecchio?” chiedeva Nicodemo a Gesù, e la risposta è sì: l’uomo può rinascere nell’ad-orazione, se si lascia trafiggere dallo sguardo del Dio bambino, del Dio indifeso, del Dio povero per amore. Solo l’adorazione può trasformare il cuore.

Canto: Amazing grace

Amazing Grace, How sweet the sound
That saved a wretch like me
I once was lost, but now am found
T’was blind but now I see

T’was Grace that taught my heart to fear
And Grace, my fears relieved
How precious did that grace appear
The hour I first believed

Through many dangers, toils and snares
We have already come.
T’was grace that brought us safe thus far
And grace will lead us home

(Traduzione italiana)

Oh stupefacente Grazia, come è dolce la voce
che ha salvato un farabutto come me
Ero perduto e sono stato ritrovato
ero cieco ed ora ci vedo

è stata la Grazia che ha insegnato al mio cuore a temere
ed è la Grazia che mi ha alleviato le paure
Come è balenata preziosa questa grazia
nell’ora in cui ho cominciato a credere

Attraverso fatiche, pericoli e insidie
alla fine sono arrivato,
perché la Grazia mi ha condotto fin qui
e alla fine mi porterà a casa

Lettore: Alla fine di questo percorso l’ultima parola è pace, pace tra cielo e terra, pace nel cuore dell’uomo, pace tra tutte le potenze dell’inconscio, pace, pace, pace, perché tutto è stato amato, ogni divisione è ricomposta, ogni peccato è perdonato. Lo sguardo tenero del bambino ha compiuto il prodigio impossibile agli eserciti dell’uomo e all’astuzia dei politici. Il mondo intero è in pace, riconciliato nell’amore.

Canto: Dona nobis pacem

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