Caro Jim (lettera aperta di un ex fan dei Doors)

Caro Jim, i miei ragazzi mi hanno chiesto di scrivere un articolo su di te, ed io ho pensato, invece, di scrivere a te, perché voglio capire. C’è in me una domanda che mi arrovella da un po’: perché non sopporto più le tue canzoni? Perché la tua musica che una volta mi faceva ballare sulla spiaggia di notte, mezzo ubriaco e mi esaltava all’idea che potevo fare tutto, oggi mi dà solo fastidio? Mi spiego: le canzoni degli Stones mi piacevano altrettanto e oggi non le ascolto più, ma non è che mi facciano arrabbiare, altri gruppi di quegli anni, come gli Airplane o i Dead li ascolto ancora volentieri. Te e i Doors (che erano poi una tua appendice, non vivevano senza di te) non vi sopporto più, perché?

Eppure le tue canzoni mi esaltavano, l’idea di irrompere attraverso il muro, verso “l’altra parte” (Break on through to the other side, cantavi) mi affascinava, era quasi uno stile di vita. La tua voce a volte malinconica, a volte visionaria, a volte disperata sentivo che fosse la mia…. tu davi voce a ciò che io stesso sentivo e quando tu cantavi “Father? Yes Son? I want to kill you” (The end)…. caspita era quello che io avrei voluto dire a mio padre, quando tu cantavi alla tua ragazza “You know that it would be untrue/ you know that I would be a liar/ if I was saying to you/ girl we could not get much higher”” (Light my fire)…. bhé avrei voluto saperle dire io quelle cose.

E allora perché oggi mi fai arrabbiare? Perché non riesco a guardare alla tua musica con quel distacco e quella serenità con cui si guardano le stupidaggini fatte da ragazzo, come ragazzate appunto, ma che in fondo mi hanno costruito, mi hanno fatto ciò che sono? No, io quando penso a te, mi accorgo che ringrazio Dio per lo scampato pericolo. Perché?

Caro Jim, non volermene se ti dico che tu mi hai scippato di qualcosa. Ti perdono volentieri, perché so che tu per primo eri una vittima più che un colpevole in questo assurdo gioco, ma oggi so che la tua musica non costruiva niente, non mi dava vita. Vedi, le canzoni dei Jefferson Airplane o dei Grateful dead, di Bob Marley o di Bob Dylan, mi parlavano di un mondo nuovo da costruire, mi facevano sognare che questo mondo fosse possibile, a portata di mano, che una rivoluzione fosse là dietro l’angolo, tu no. Tu mi hai sempre e solo parlato di morte e di disperazione, di sesso e violenza.

Certo, morte e disperazione, sesso e violenza erano parte della mia vita, me ne nutrivo perfino, ma non potevo costruirci niente sopra. In fondo tu mi dicevi che non c’è nessun futuro, nessuna speranza. È vero che cantavi “We want the world and we want it now” (Noi vogliamo il mondo e lo vogliamo adesso), però non c’era una vera speranza in questo, volere il mondo per possederlo, quasi per stuprarlo non è comunque volerlo cambiare, non è un atto d’amore che mi fa crescere, tanto è vero che la tua canzone più rappresentativa, più bella, si intitola proprio The end (la fine).

Così la tua disperazione mi ha tolto, o ha provato a togliermi, le energie migliori della mia giovinezza, la voglia di costruire un mondo diverso. Certo, la tua musica era intrigante, l’andamento ipnotico delle tastiere di Ray Manzarek ci portava a perderci sull’onda del ritmo, come se sospendessimo in quel momento ogni capacità di giudizio, abbandonati alla tua voce, così perfetta, ma tu dove ci portavi? Dentro il tuo mondo di dolore, dentro le tue paranoie.

No, non volermene Jim, ho scelto di non seguirti più e l’ho scelto ben prima di diventare cristiano, l’ho scelto nell’istante stesso in cui ho capito che volevo davvero cambiarlo questo mondo, non possederlo, che volevo davvero essere un rivoluzionario, non per conquistarmi degli spazi per me, ma per amore. Ho scelto di non seguirti più quando ho capito che la tua musica mi toglieva la voglia di cambiare il mondo e mi faceva affondare nella paranoia, ho scelto di non seguirti più quando ho capito che alla fine della tua strada c’era solo il suicidio (e la tua morte del resto è stata un po’ un suicidio, non è così?).

Ecco la differenza fra te e gli altri: Marley e Dylan mi parlavano del Fabio migliore che avrei potuto e voluto essere e a cui oggi spero di somigliare un po’ di più, tu mi parlavi di ciò che ero e mi dicevi intanto: non illuderti, solitudine e angoscia saranno sempre con te (Strange days). In loro sentivo l’esaltazione del futuro da costruire, tu invece davi corpo alle mie paure e alle mie angosce, ma intanto mi toglievi la speranza.

Non volermene caro Jim se ai miei ragazzi di oggi dico: lasciate che i morti seppelliscano i morti. Non volermene se chiedo loro di dimenticarti. Cantavi bene, ma la tua voce magica l’hai posta a servizio del male, della morte e della disperazione. No Jim, io ho davvero sfondato il muro, io sono davvero dall’altra parte.

Fabio

34 commenti

Archiviato in Poesia, Storia del rock (ad uso di mio nipote), Vita da prete

34 risposte a “Caro Jim (lettera aperta di un ex fan dei Doors)

  1. 61Angeloextralarge

    Te la “rubo”!
    Gira che te gira gli idoli musicali sono gli stessi ma non li ascolto più volentieri, nel senso che mi sono indifferenti. Che c’entra… se è per fare un po’ di “memoria di come ero” li ascolto e poi mi paragono a come sono oggi e ne faccio motivo di ringraziare il Signore. Sì, perché è Lui che mi ha fatto crescere! Senza togliere né scartare né aborrire il mio vissuto!
    Questo per quanto riguarda gli “stranieri”… poi i cantautori italiani me li ascolto ancora volentieri!

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  2. No, ma guarda, non è che voglio disprezzare o scartare ciò che sono stato, è che quella musica mi dà fastidio ascoltarla oggi… ma non c’entra il rock né la ribellione, altri di quel periodo li ascolto ancora volentieri, sono proprio i Doors che mi fan rabbia (e del resto ce n’è tanti cloni anche oggi), perché mi chiedo, ma come diavolo ho fatto a cascarci? Loro erano proprio il contrario di tutto ciò che ho sempre amato, come hanno fatto a sedurmi? In fondo non è neanche tanto con loro che mi arrabbio, ma con il me stesso di allora. Se potessi mettermi a quattr’occhi con me a vent’anni mi direi: “ma sei proprio un pollo”, per non dire un pirla.

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    • 61Angeloextralarge

      Avevo capito che non vuoi disprezzare o scartare…
      Non penso che tu sia stato un pollo, come non penso di esserla stata io. Credo che ci siano fasi da vivere, esperienze da provare e passare. Credo che questo sia il nostro cammino umano. Quante cose facciamo ancora che tra qualche anno ci farà dire: “Ma come ho fatto…”? Credo che siano ancora tante, ma sono convinta che “ci stia”.
      Pensandoci bene mi è venuto in mente che l’effetto che ti fanno Jim Morrison e i Doors a me lo fanno i Queen. Addirittura non riesco a vedere i video senza alterarmi un po’, ma la motivazione è più pratica: mio fratello, loro fan devoto, li ascoltava sempre a palla e ha continuato anche quando è diventato papà, anzi al piccolino faceva vedere anche i video. Un giorno il piccolino ha iniziato a piangere tantissimo e ha smesso solo quando il padre, dietro mia insistenza, ha spento tutto. Mo nipote ora ha 20 anni e non li sopporta e non ne vuole sentire nemmeno parlare..

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  3. Non credo di aver mai ascoltato una canzone di Jim Morrison o dei Doors, pertanto ho apprezzato la tua schiettezza in ciò che hai scritto – parlando di te e del tuo passato – e non perché conosca quelle canzoni.
    Io sono cresciuto con la musica italiana, cantautori soprattutto, tra tutti mi piaceva e mi piace Lucio Battisti, mentre Guccini mi è diventato un po’ noioso. Non mi sono mai appassionato totalmente ad un cantante, ma certamente ad alcune canzoni che hanno segnato la mia vita, prima come ora.
    Mentre la sola musica straniera che apprezzavo da giovane era quella dei Creedence Clearwater Revival, che tutt’ora mi piace riascoltare. Ma senza nostalgia né rabbia, ma come una buona musica che è parte di un momento della mia vita.

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  4. Se vuoi farti un idea della loro musica questa è la loro canzone più rappresentativa con il testo che nel loro caso è molto importante: http://www.youtube.com/watch?v=mmASTC7wR6U
    P.S. molto divertenti i CCR piacciono anche a me

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  5. Arber

    Ma io non sono daccordo, secondo me l’hai capito un po male il povero Jim. Poi alla fine ognunno le percepisce come vuole le sue canzoni.

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  6. Mario G.

    Ho ascoltato (a fatica) tutto il brano… Sono sincero non mi è piaciuto (ora) né mi sarebbe piaciuto a suo tempo. Abbiamo fatto due percorsi differenti ma non diversi, perché entrambi ci hanno fatto incontrare… in Cristo.
    Grazie don Fa.

    Ti invito ad ascoltare questa canzone, nella versione di Vasco, dimmi se la conoscevi e se ti piace (è fantastica!!): http://www.youtube.com/watch?v=sUDJs11QtGE

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    • La conoscevo già nella versione di Battisti, che mi sembra assai più bella. In generale non amo Vasco, che mi sembra più che altro un astuto prodotto commerciale, non dico che non abbia talento (un po’, non esageriamo), ma mi sembra decisamente troppo costruito

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  7. Luca

    nn sono i doors a farti rabbia, poichè Jim Morrison nn è venuto a bussare alla tua porta x dirti seguimi e vivi come me, ma è stata una tua scelta, quindi nn diciamo infamità su una persona nn presente che nn può difendersi, ma impariamo invece a darci le proprie colpe x lo stile di vita che si è stato scelto e nn imposto! quindi caro Fabio, nn volermene ma conta fino a 100 prima di fare commenti e dare colpe a terzi x le scelte fatte, ma impara a dire mia coplpa solo mia colpa, facile dare la colpa ad altri x le cazzate fatte in passato, tu potevi scegliere e l’hai fatto in modo errato, ora lascia che siano anche i tuoi figli a scegliere e nn imporli niente, xchè se no un giorno anche loro potranno dire le stesse cose su di te. caro Fabio fatti un bel esamino di coscenza Luca

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    • Interessante commento, quindi secondo te educare significa permettere ai propri figli di fare quello che vogliono? Non so se hai figli, ma in questo caso spero per loro che tu non sia coerente con ciò che dici

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  8. Luca

    si ne ho una, le dico cosa è giusto e cosa no, xò alla fine di tutto la scelta spetta a lei e nn che gliela si impone te comprì….me sa de no…cmq fai ciò che te pare la vita è tua! xò smettila di dare colpe ad altri x le tue, passami il termine ( cazzate ), quando ti hanno offerto la prima canna, nn è venuto Jim dall’aldilà a dirti fumala, ma l’hai fumata x tua scelta e coscienza quindi caro Fabietto inocentino impara a darti a te le colpe dei tuoi errori e nn ha Jim 😉 è come se io mi bucassi e poi dessi la colpa all’ex cantante dei Nirvana poiche da ragazzino ascoltavo la sua musica ahahahaaaaaa è chiaro che sono io l’idiota! e scemo! che mi son bucato…e nn nirvana che è venuto sotto casa mia con un set di siringhe e roba gialla capisci???? Apri gli occhi Fabio ed assumiti le tue responsabilità ciaooooooo

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  9. brandavide

    Incredibile la violenza di Luca su un commento tanto personale e fatto su uno dei gruppi più rappresentativi e influenti di quell’epoca e anche per quelle successive di cui quindi è normale e auspicabile si facciano le analisi e le critiche più disparate e controverse … bisogna prenderli sempre con le pinze e lasciarli perdere se opportuno i fans esaltati.
    Don Fabio capisco molto bene quello che hai scritto, pur essendo di una generazione diversa non ci sono dubbi che i Doors siano stati, in quanto pietre miliari del rock, significativi anche per la mia adolescenza pur non essendone stato mai “fan”. I Doors erano quella cosa li, quella che descrivi tu, certo è anche vero che raccontavano un mondo, il nostro mondo, in via di disfacimento e di alienazione nichilista. Probabilmente come narratore e precursore dei tempi andava ascoltato… sicuramente non come profeta o “sciamano” vesti che in moltissimi gli cucirono addosso.

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    • Oliver Stone in un film molto crudo ne ha fatto un ritratto formidabile, che immagino Luca non condivida peraltro, per me in fondo resta solo un grande grazie per essere stato tirato fuori in tempo da tutta quella morte… tanti altri della mia generazione non ce l’hanno fatta, purtroppo

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  10. Luca

    oliver ston ha descritto a suo modo Jim e nn com’era…e lo confermarono sia i doors sia chi ha vissuto al fianco di Jim, ognuno è libero di pensarla come vuole dico solo una cosa, jim in me ha fatto l’effetto opposto a te, e lo ascolto dalla 4 elementare e grazie alla sua musica e alle sue citazioni e le sue interviste lui come molti altri mi hanno fatto crescere, ed ora come sempre li ascolto dandomi armonia e calma come Bob Dylan ecc…e ringrazio Dio che Jim sia esistito, nn guardando le sue cose negative ma quelle positive, certo che se uno di una persona guarda solo la metà negativa, e nn quella positiva e xchè forse nn è stato un vero fans ma uno come tanti che ascoltavano la musica e i testi, senza comprenderne il vero significato. mi disp che tu la pensi così, libera scelta buona giornata Luca

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  11. Luca

    rispondo a Brandavide, nessuna violenza, solo difesa nei confronti di un uomo giudicato nudamente all’inverosimile, nn era lo stesso Dio a dire nn giudicare gli altri poichè solo dio può veramente giudicare una persona? mi stupisce il fatto che proprio un prete giudichi, proprio lui che sà meglio di tutti noi che solo l’altissimo può giudicare una persona, e lui che dovrebbe essere da esempio…..da quello che ho potuto capire Don Fabio è un giudicatore e accusatore di mano facile.
    scusandosi dei suoi errori passati, nn x colpe sue, così affermando, ma dando la colpa dei suoi errori ad un cantante che manco sapeva chi fosse Fabio tra cui ora Don. Molti miei amici ascoltano i Doors da anni quasi tutti, ed il 90% di essi nn ha assunto droghe ne alcolici, cosa significa questo? significa la tua risposta alle tue accuse, che nn importa chi ascolti o chi frequenti, drogati o alcolizzati o astemi ecc….la strada, la tua strada te la crei da te, e sei tu il protagonista della tua vita, e tu decidi chi realmente vuoi essere. chiaro che se poi uno decide di farsi condizionare ripeto condizionare li è un altro problema,
    con questo nn voglio aggiungere altro liberi di pensare ciò che più vi garbi un saluto da Luca

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    • Accuse? Mi sembra di aver detto che era vittima di un sistema e disperato, ti sembrano accuse queste? Al contrario, sono semmai cose per cui lo compatisco.
      O forse dire che la sua musica non mi piace più è un’accusa? Non so, mi chiedo se hai letto davvero ciò che commenti…

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  12. luca

    no accuse che lui fosse la causa della tua vita sregolata, questa è un’accusa……

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  13. luca

    1) accusa
    Caro Jim, non volermene se ti dico che tu mi hai scippato di qualcosa.
    2) accusa
    Così la tua disperazione mi ha tolto, o ha provato a togliermi, le energie migliori della mia giovinezza, la voglia di costruire un mondo diverso.
    3) accula
    la tua voce magica l’hai posta a servizio del male
    poi dimme te se nn sono tutte accuse ma…forse sei te che nn leggi bene ciò che scrivi….

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  14. Ecco finalmente un tema interessante: l’artista è responsabile del messaggio che la sua opera porta con sé? Un pittore, un poeta, un musicista, uno scultore che cantano la disperazione quanto creano loro stessi la disperazione che cantano e quanto la assorbono dalla società che amplificano? E in particolare la musica rock con la sua forza di impatto e la sua penetrazione di massa è davvero senza responsabilità nella formazione di una cultura che è oggettivamente una cultura di morte?
    Non si tratta tanto della responsabilità soggettiva mia o di Jim Morrison, quanto di un clima culturale in cui lui e io ci siamo trovati coinvolti certamente al di là di quanto volevo io e forse anche al di là di quanto voleva lui.
    Certamente la massima colpa è semmai di quegli astuti mercanti che su questa disperazione hanno speculato (e continuano a farlo sulla pelle di altri) e tuttavia è del tutto vero che i musicisti sono senza colpa?
    Prendi Patti Smith per esempio, dopo la morte di Frederick Smith inizia una spirale in cui si interroga proprio sul senso della sua arte che la tiene lontana dalle scene per dieci anni e quando torna la sua musica è profondamente cambiata, e soprattutto lo è la sua immagine, molto più creativa e positiva. Lei ha avuto il coraggio e la forza di liberarsi davvero, quando ha compreso che quello di disperata e maudit stava diventando un clichet.
    Certo, uno potrebbe anche chiedersi cosa sarebbe stato di Morrison se fosse riuscito ad invecchiare, e magari immaginare che anche lui avrebbe fatto un percorso simile, ma la storia non si fa con i se e tutto ciò che ho a disposizione per valutarlo sono le canzoni che lascia e quell’immagine di sciamano rock con cui volentieri giocava.
    Detto questo nell’articolo non parlo dell’uomo Jim Morrison con cui non ho mai bevuto insieme se non altro per motivi anagrafici, visto che è morto quando avevo dodici anni, quanto della sua immagine pubblica, immagine che probabilmente non coincide del tutto con la persona, visto che è stato stritolato dal marketing, ma che è di fatto tutto ciò che uno ha per potersi seriamente confrontare.

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  15. Loose Max

    Aaaaaa….Don Fà……ma per piacere!….
    La prossima “lettera” sarà a Robert Johnson, sul blues come musica del diavolo??….

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  16. luca

    sta volta nn posso che appoggiare quello che hai scritto,
    ora ho inteso bene ciò che volevi dire, ma ciò nn toglie che x me jim sarà sempre il n 1

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    • Bene, son contento che ci siamo capiti, credo che interesserà anche l’articolo che ho pubblicato oggi (che poi è un reprint di una cosa che ho scritto quando morì Amy Winehouse) che in qualche modo prolunga il tema

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  17. Pingback: Del bello e del buono (e della morte dei cantanti) – Reprint | La fontana del villaggio

  18. Max M

    Le parole di Don Fabio sono veritiere. Anche io come lui ringrazio Dio di avermi liberato dalla morte indotta da certi gruppi musicali. Magari, anche inconsciamente e non mi sento di giudicare o “odiare” Jim.E’ solo uno dei tanti falsi profeti…. Evviva la musica quando è celebrazione della Vita…
    Max

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  19. Pingback: Jim Morrison « rockutube

  20. Scopro per caso questo blog e incappo su questo articolo, molto interessante. Però ho una domanda, che dalla lettura dell’articolo mi è emersa: tu dici (non volermene se ti do’ del tu, e ti invito a fare altrettanto :)) “No, non volermene Jim, ho scelto di non seguirti più e l’ho scelto ben prima di diventare cristiano, “. Ora, da questo sembra che il fatto di essere o non essere cristiano possa avere una qualche influenza sulla musica che si decide di ascoltare. Quasi come se il diventare cristiano imponga dall’esterno che un certo tipo di musica non è sana da ascoltare. Eppure subito dopo smentisci questa cosa, facendo emergere che è il cuore di una persona che gli dice cosa vuole ascoltare e cosa ritiene da evitare. Potresti approfondire meglio?

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    • Quello che volevo dire è che a un certo punto nella mia vita ho fatto una scelta: vita e non morte (l’avevo vista anche troppo da vicino) e l’ho fatta prima della scelta per Gesù. Anzi in un certo senso è stata proprio quella scelta per la vita che mi ha portato alla fede.
      La musica che ascolti, specie a 18 anni, ha molto a che fare con questo, ti plasma il carattere e non è tanto una questione di essere pro o contro il rock. Prendi il punk per esempio: dopo aver fatto quella scelta non sopportavo più i Pistols, mentre continuavano ad interessarmi (e mi interessano ancora, anche se evidentemente a 50 anni la mia musica oggi è molto più pacata) i Clash. I primi erano morte e basta, nei secondi invece c’era tanta rabbia che però non era autodistruttiva, mi portava al desiderio di lottare, di cambiare.
      Insomma non è una questione di genere musicale, ma piuttosto di cosa ti comunica il singolo artista: insopportabile Johnny Rotten, meraviglioso Joe Strummer, se capisci ciò che intendo.
      Non credo che ci siano generi musicali vietati per i cristiani, penso però che la fede inevitabilmente plasma i gusti estetici delle persone, perché ti cambia l’anima, e quindi ti porta naturalmente ad apprezzare certe cose più di altre.

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  21. giusi

    non ho letto tutto ma dico questo, come da altre parti: come chiamereste una persona che dalla vita ha avuto tutto ma si comporta come un disgraziato? io fastidioso. a me Morrison fa st’effetto. poi come artista sarà anche valido ma trovandolo fastidioso non posso giudicarlo con obiettività

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  22. giusi

    per la musica voglio fare un commento a parte. io ascolto la musica in quanto tale, mi interessa relativamente quello che racconta il testo. non mi interessa cosa ha da dire il cantante, ma se la musica è fatta bene o ofatta male. certo se un testo è poetico la canzone si apprezza di più, ma la musica è una cosa, il testo è un’altra.

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  23. giusi

    “La musica che ascolti, specie a 18 anni, ha molto a che fare con questo, ti plasma il carattere e non è tanto una questione di essere pro o contro il rock ….”
    scusa don, è il terzo di sguito ma son distratta, voglio commentare anche questo: non sono d’accordo, non credo che la musica o un testo plasmi il carattere, ma è il nostro carattere o stato d’animo che ci spinge ad ascoltare questa o quella musica.

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  24. simone

    Caro fabio…
    Volevo solo dirti che le poesie proposte da jim morrison sono una forma d arte ben nota a molti studiosi….
    Tante canzoni non sono da seguire alla lettera,non era quello che voleva.
    Citava spesso il teatro rock.
    Certo lui ci metteva del suo per dare spettacolo di se, ma aveva creato un personaggio che in quell epoca….

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  25. simone

    …..all inizio del movimento rock e a
    quell età non è riuscito piu a.separarsi dall attore che impersonava….
    Comunque ti ricordo che alcuni dei più famosi poeti maledetti erano estremi, facevano uso di droga ed erano tragigi molto piu di jim ti ricordo baudelere…secondo me è stato l ultimo poeta maledetto…

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